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Autore Topic: il presepe  (Letto 4197 volte)

Offline kant.51

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il presepe
« il: 28 Novembre 2007, 14:29:59 pm »
IL PRESEPE
UNA STORIA DI TANTI ANNI FA
Maddalena abitava sulle colline pietrose della Murgia, quasi al confine con la Lucania.
Colline aspre, segnate dal tempo, un tempo antico.
Antica era la sua casa di pietra, un trullo, antico il volto di suo padre, pastore come il nonno, antico il viso di sua madre, segnato da un lavoro duro, da una vita povera; antico era il gregge, col suo odore forte, i belati lamentosi, il calore dei velli folti e sporchi, l’uscita per il pascolo, il rientro all’ora di cena,  la nascita degli agnelli, la loro mattanza sotto Pasqua.
Natale, però, arrivava per Maddalena come una benedizione, era il periodo dell’anno in cui si sentiva più felice, perché aveva un tesoro che, finalmente, in quei giorni, la mamma tirava fuori dalla scura cassa di legno conservata sotto il letto nuziale: i personaggi del presepe!
Era un rito vero e proprio: la vigilia dell’Immacolata, nel pomeriggio presto, la mamma chiamava Maddalena:
- M’nenn…vviìne, è ora ‘ca facimm’  ‘u  presèpe!
La prendeva per mano, si avvicinava al letto, si inginocchiava e, con fatica, tirava a sé la pesante cassetta. Insieme la portavano vicino al focolare, ove la madia, accuratamente ripulita e vestita  con una bella tovaglia bianca ricamata, le aspettava.
- Questa l’ho fatta io! Con le mani mie, ricorda! Vvì…c’è bell ‘u r’camo! Jev’ brava mamma tua, figghie…- orgogliosamente diceva la madre di Maddalena, sempre le stesse parole, lo stesso sorriso, perduta un po’ nei ricordi mentre lisciava accuratamente qualche piega della tovaglia stesa a ricoprire la madia.
Un segno di croce ( come lo faceva in fretta Maddalena!) ed ecco l’incanto, la meraviglia, il momento di grande felicità: dalla cassetta, piena di paglia, una alla volta, venivano estratte le statuine di gesso, ciascuna avvolta in una pezzuola candida che, scostata, rivelava i vividi colori, solari e ingenui, delle statuine.
La mamma le sistemava sempre allo stesso modo, con cura:
Giuseppe a sinistra, Maria a destra; dietro a loro il bue e l’asinello (che aveva la coda rotta, ma, per fortuna, non si vedeva) e poi un pastore e tre pecore.
Per i Magi e per il Bambino il posto provvisorio era sul bordo alto del focolare: i re in attesa dell’Epifania e il Bambinello in attesa della mezzanotte della Vigilia, quando, tornati dalla Messa in paese, l’avrebbero deposto nella mangiatoia  con una preghiera, forse zio Bartolo avrebbe cantato un ritornello sacro, di quelli che gli facevano fare nel coro della chiesa.
E poi… Maddalena avrebbe avuto i fichi secchi e i mandarini; un anno aveva avuto perfino un pezzo di cioccolata, ma “ora -diceva suo padre- c’è la guerra… sono tempi duri…”.
La sera in cui facevano il presepe, il pastore tornava al trullo portando un ramo di pino e lo metteva sui personaggi a mo’ di capanna…come migliorava l’aspetto della modesta abitazione con la presenza del  presepe!
Nel cuore di Maddalena si accendeva un piccolo fuoco, molto più caldo di quello magro del focolare che, a stento, combatteva col freddo esterno, specie nelle notti di  tramontana forte che riusciva a insinuarsi da inattese fessure, quando le pietre antiche, col poco calore interno, non riuscivano a riparare granché la famigliola dal gelo e mani e piedi della bambina dolevano e si gonfiavano per i geloni.
Invece, col presepe, tutta la stanzetta sembrava risplendere, la piccola si sentiva al sicuro, come se fosse molto ricca e fortunata.
Non si stancava mai di guardare quelle statuine vibranti di colori decisi, l’azzurro del manto di Maria, il marrone della veste di Giuseppe, il verde del corsetto del pastore…si lasciava trasportare dalla fantasia, Maddalena, e anche lei era lì, vicino a quei personaggi di gesso che aspettavano Gesù Bambino ed erano felici di quell’attesa, come si vedeva dai loro volti sereni, e non avevano bisogno di niente altro, senza fame, né sete, né freddo, né sonno.
Erano lì, paghi di attendere, sicuramente felici.
Maddalena trascorreva accanto al presepe le ore della sera, qualche volta, pur timorosa di un rimprovero, toccava leggermente una delle statuine, quasi ad assicurarsi che fossero vere, che fossero là…E subito la voce della mamma:
-Lena! ‘Ca non so’ chiacchiaridd’…ccu’ chiss’ nun ‘s sciuca’…’s ‘rrompno!
E subito la manina si ritraeva, ma gli occhi restavano , sognanti, incollati a quel piccolo mondo.

Quell’anno, purtroppo, successe una disgrazia: non fu chiaro se a causa delle scintille dalla legna del focolare, oppure se fu un fulmine caduto proprio sul trullo in quella notte furibonda di temporale, certo che la bambina si svegliò mentre le forti mani del padre la prendevano, sollevandola via dal lettino e quasi non poteva respirare per il fumo acre e fitto che le riempiva i polmoni ; poi la sensazione dell’aria aperta, gelida, ma libera e pulita, poter tirare di nuovo il fiato, e poi, ancora, i forti singhiozzi della mamma e lo sguardo disperato del padre, allora lei si voltò, avvolta nella coperta, tra le braccia del padre e vide la sua casa bruciare, con fiamme alte, arroganti a sfidare il buio della notte e grandi fasci di scintille, che nemmeno i fuochi alla festa del Patrono, al paese, erano così luminosi e la mamma , che in quei giorni aveva una gran pancia, non poteva trattenere le lacrime e si aggrappava forte al braccio del babbo.
All’improvviso il pensiero di Maddalena si schiarì: IL PRESEPE!
Lì dentro c’era il presepe, il suo tesoro, e stava miseramente bruciando con tutto il resto! Bruciata la casa, le loro povere cose, bruciata la sua piccola vita.
Non sarebbe stato Natale. Mai più.
Maddalena sentì chiudersi il cuore quella notte, sprofondò sempre più giù, nel buio, in una voragine senza fine che la inghiottiva tutta, la divorava.
Maddalena non voleva esserci più.
Semplicemente.


Sentì riaffiorare la coscienza, lentamente.
I rumori le giungevano ovattati, c’erano mormorii, qualche belato, qualche tintinnio.
Si sentiva l’odore del gregge e quello buono del fieno, ancora col sentore dell’estate. Ecco, giaceva sul fieno, la luce di una lanterna illuminava, giallastra, l’ambiente .
Ma dov’era…si guardò intorno cautamente: certo era nell’ovile, non molto lontano dal trullo.
IL TRULLO! Oddio! Il trullo era bruciato, non c’era più…non c’era più la sua casa e il presepe…
Di nuovo quel dolore nel petto, quella voglia di sparire, di scivolare via…
- Maddalena? Lena! Lena mia! Finalmente!- la voce del babbo era così tenera, così affettuosa e forte, che la bambina provò improvvisamente la voglia di aggrapparvisi, di restare…aprì gli occhi  e lo vide, chino su di lei, con gli occhi scintillanti di tenerezza e di gioia:
- Finalmente! Piccenn’ me’ che paura, che paura ci hai fatto pigliare! Mamma e io siamo stati sempre qua, ma tu…e ora si’ turnata, si’ turnata…Marì’!? Lena è tornata! Fanc’ v’dè ‘u piccinn’! Lena, guarda! Lena!
E’ arr’vat ‘u piccinn! Tiine ‘nu fratelline mo’ !
E Lena, con gli occhi spalancati di meraviglia vide che sua madre, nel vecchio scialle azzurro, stringeva al petto un bambino bellissimo e la panciona non c’era più.
Il babbo, infagottato nel vecchio cappotto marrone aveva gli occhi umidi per la gioia, c’era una mucca in fondo ( “ I vicini…ci dà il latte, la mamma ne ‘tene bbisogno…”) era suo il campanaccio che tintinnava ogni tanto, e perfino Bardo, il vecchio asino, si era salvato dall’incendio e stava là.
- Il trullo lo dobbiamo ripulire, Maddalè’, per ora stiamo qua…ma ‘nu tetto sulla capa lo teniamo e tu…tu si’ turnata, figghie, mo’ è Natale! Buon Natale, Maddalè’!
E la bambina si rese conto, improvvisamente, che il suo presepe non era bruciato, ma era proprio là, in quel momento! Era accaduto il miracolo che aveva sognato tante volte e lei ci stava dentro, al suo presepe, tutti loro erano un presepe vivente, sì, erano vivi e stavano tutti insieme e c’era pure il Bambino, il suo fratellino, nuovo di zecca.
Si avvicinò e il piccino schiuse gli occhi e le fece un gran sorriso, mentre un rivoletto di latte  gli colava da un lato della piccola bocca.
- E’ ancora Natale! -disse Maddalena- E’ ancora Natale…                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 
« Ultima modifica: 11 Dicembre 2008, 18:45:22 pm da kant.51 »
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

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Re: il presepe
« Risposta #1 il: 28 Novembre 2007, 15:33:14 pm »
Ma che tenera!!!!!!!!E la più tenera,e dolce, e più e più e più..... :-X :-X :-X W00T! :-X
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)       Blog: http://sogna-ragazzo-sogna.blogspot.com/

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Re: il presepe
« Risposta #2 il: 28 Novembre 2007, 15:34:07 pm »
...è come la piccola-grande Young... (LOL) (LOL) (LOL)
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

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Re: il presepe
« Risposta #3 il: 28 Novembre 2007, 15:42:00 pm »
chi? o_O
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
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« Risposta #4 il: 28 Novembre 2007, 16:02:15 pm »
la più tenera...la più dolce...quella lì! :-d
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Re: il presepe
« Risposta #5 il: 28 Novembre 2007, 16:10:30 pm »
la più tenera...la più dolce...quella lì! :-d
o_O  (LOL) :-X
che esagerazione... :-d :-X
« Ultima modifica: 4 Dicembre 2008, 20:46:19 pm da Manfry »
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
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Offline brezza

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Re: il presepe
« Risposta #6 il: 3 Dicembre 2008, 00:10:25 am »
uau---brava---di più non posso

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Re: il presepe
« Risposta #7 il: 3 Dicembre 2008, 01:52:48 am »
grazie...brezza! :-) di più non posso nemmeno io... ^_^
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