Liberi da numeri e calcoli
tornano la sera
claudicanti
nei loro alveari
che profumano
di follie addomesticate
Davanti al portone
gettano l'ultimo sguardo
ai lampioni che ridono nevrotici
al piscio dei cani
Portano la mano alla tasca
in cerca di una pastiglia
per incantare il silenzio
stritolato dalle abitudini
Si aggiustano le mascelle
alle riluttanze di un bacio
di dovere
Allenano le palpebre
al vuoto degli occhi
a lasciare passare una favola
tra i vapori di una cena scontata
da digerire stancamente nel letto
mentre disegnano con dita
su schiena pergamena di un amore
le rotte di un viaggio per la notte
interminabile alle abitudini
breve alle fauci dell'alba
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Da: scritture agricole e metropolitane
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