vi metto qualche commento di testate gionalistiche
"un libro pieno di tristezza e solitudine, desiderio e disperazione"
"la scrittura di Benjamin Lebert è bella e malinconica e il romanzo si legge tutto d'un fiato: un piacere perfetto"
"prima di questo giovane autore nessuno si era addentrato tanto in profondità nel dramma dell'adolescenza"
"l'oscurità di questo romanzo è ad anni luce di distanza dal pop e vicinissima a Poe"
Vabbè ja, vi metto anche 'sta specie di commento:
Una sola notte per dirsi troppe cose. La solitudine immensa, l'ansia di essere accettati e l'inquietudine dei vent'anni. La paura. E la fuga. Pochi giorni dopo Capodanno Paul e Henry si trovano a condividere lo scompartimento del treno che da Monaco li porta a Berlino.
Henry ha voglia di parlare: degli amici che aveva e che forse non rivedrà più, dell'amore che ha perduto e che forse non era amore. Della fatica di crescere che per alcuni diventa rifiuto del cibo e odio per il corpo. Dei tempo che passa e porta via tutto.
Paul lo ascolta e risponde a monosillabi Lui non è bravo a raccontare. Non riesce a dare un nome al desiderio tormentoso di essere qualcun altro, essere altrove, non sa descrivere la città in cui tutto brilla, o il modo in cui le persone aprono gli ombrelli alla fermata del tram. Non riesce a parlare di Mandy. Ma mentre viene travolto dal fiume inarrestabile delle parole di Henry, nella sua mente a poco a poco si ricompongono ì frammenti di un'altra storia, la storìa che vede quando si guarda allo specchio, quella in cui solo a stento riesce a riconoscersì. Quella che attende dì compiersi quando il treno finirà la sua corsa nella stazione di Berlino.
Nel segno dì una scrittura che alterna lampi di luce e squarci di buio, L'ultimo treno della notte è il romanzo dei destini che si incrociano senza mai toccarsi davvero, dell'adolescenza con la sua fame di felicità e di assoluto, con i suoi incubi sempre sul punto di diventare realtà.