BENVENUTI NEL FORUM!

Autore Topic: Il depresso del progresso  (Letto 2565 volte)

Offline michelangelo

  • Esploratore
  • *
  • Post: 19
Il depresso del progresso
« il: 1 Ottobre 2008, 20:33:08 pm »
SETTEMILA MILIARDI DI VITE UMANE

Ricordo da bambino  quando i miei genitori uscivano a caccia prima dell’alba per gli appostamenti  e tornavano la sera stanchi spesso a mani vuote e qualche volta anche feriti. Con i mie fratelli e la nonna venivamo chiusi dentro e grandi e pesanti  lastre ci proteggevano. Una flebile luce entrava dall’alto illuminando quel tanto che ci permetteva di  distinguere le nostre figure. Passavamo il tempo ascoltando i racconti della nonna e giocando con i sassolini e le conchiglie in silenzio per paura che da fuori ci potessero sentire.  Al  loro arrivo c’era sempre festa e un’atmosfera di serenità e di sicurezza che durava fino alla vigilia della nuova partenza. Il Grande desiderio di mio padre, che pagò caro, era poter uscire senza andare incontro a pericoli, di comunicare con gli altri e vivere insieme uniti in grande armonia. Il più idoneo, diceva, sarebbe stato scelto dalla comunità per un lustro  e avrebbe provveduto con la forza che gli veniva dalla sua autorità a proteggerci tutti. E per questa sua follia fu fatto a pezzi e mangiato da tutti i maschi del villaggio.
Ora, dopo tante vittime, sono il capo villaggio. Un  vecchio di dodici lustri che rischia la vita a propagandare l’unione di tutti i villaggi non per scegliere il capo dei capi, ma il capo di tutte le tribù. 

*******
Sono stanco oggi ma sereno.   
Mi affaccio dalla finestra e guardo giù. Puntini che si muovono lentamente in tutte la direzioni e migliaia di veicoli fermi a guisa di paiette luccicanti di  un tessuto a piedipull dell’immenso posteggio del BERLUSCONICITY, sede del Governo Globale del Mondo.
Fra poco meno di dieci minuti mi lancerò nel vuoto dal settecento quarantacinquesimo  piano. Ho regolato il telecomando a dodici  secondi. Ho un po’ di fretta perché debbo fare una capatina da mio figlio a Milano prima di essere a casa a Siracusa puntuale come sempre per cena. L’auto personalizzata si avvia verso l’aerostazione e dopo pochi di secondi supera la velocità di crociera programmata per cinquecentoventi chilometri orari. Un quarto d’ora dopo decollo dall’aeroporto di Auronville. Come sempre la velocità è quasi al massimo e ho appena trentaquattro minuti esatti  par riposarmi.
Faccio un bilancio della mia vita. Entrato per concorso trentaquattro anni fa (23.200 concorrenti per 25000 posti) dopo appena sette mesi ero già al cinquantaduesimo piano. La laurea dottore in utroque mi ha consentito una carriera più rapida. Dai servizi socio-sanitari dei primi cinquantadue  piani sono arrivato oggi quasi alla metà della “piramide” il cui vertice è al livello millecinquecentoquarantasei a 5.200 metri. Sono arrivato l’anno scorso al piano milletrecentotrenta a ritirare  personalmente dalle mani di uno dei venticinque Vice Presidenti del Mondo la promozione che mi ha portato a dirigere i dodici piani del settore “servizi estremi del mondo”.  Tra gli interventi di oggi due in particolare mi hanno coinvolto emotivamente nelle decisioni.
Una donna in coma  da parecchi anni, mi ricorda un caso analogo tanto tempo fa sempre in Italia, è deceduta improvvisamente e io ne ho disposto l’autopsia.   Per un terremoto del 9.7  gradi della scala Richter annunziato per le prime ore del giorno sulla faglia di sant’Andrea e puntualmente avvenuto, non ho  previsto alcun intervento estremo per la fiducia negli avanzatissimi  sistemi di sicurezza raggiunti. Qualche ricovero per piccole contusioni, molto spavento dei 34 milioni di residenti e tanta mia immotivata emozione.   
Fra sette mesi finalmente salirò in cima al più alto grattacielo della terra e sarò ricevuto da LUI personalmente, in forma ufficiosa nel suo giardino pensile. Niente encomi, pergamene, discorsi. Solo una stretta di mano e una busta con  le mie spettanze. Il prossimo anno si eleggerà il nuovo Presidente. Qualcuno vuole candidarmi tra i settanta Consiglieri della terra.
*******
Niente guerre, né pestilenze. Niente ricchi e né poveri. Niente gravi malattie, né fame. Niente incidenti, né feriti. Il cancro un lontano ricordo. Niente omicidi,  né ladri. Le carceri sono vuote.
L’universo non ha più segreti per l’uomo ed il microcosmo ci riserva continue scoperte. L’ultima: l’essenza vitale. Per non parlare della tecnologia. Non ci sono più cellulari, né monitor, né palmari né televisioni, né internet. Tutto in piccole compresse che hanno sostituito la vecchia farmacologia per dar vita a sostanze che interagendo con le nostre sinapsi ci permettono di comunicare a distanza, di vedere in uno schermo virtuale proiettati attraverso i nostri  occhi immagini e suoni che la nostra mente richiama da qualunque punto della terra. Un piccolissimo dato in controtendenza: aumenta la depressione.

  *******
Ed io Michelangelo mi trovo ora a cavallo tra l’uomo delle caverne e l’uomo del futuro. Il primo l’archetipo delle mie paure, il secondo il miraggio di un limbo opaco e senza gloria.   E so che non mi è dato scegliere, mentre vado  incontro a mille  esperienze che ineluttabilmente mi porteranno alla maturità e quindi all’evoluzione.
Ma so anche che la verità ….. è sempre oltre.
(occhio al 7)
 

Offline Marta Karen Micol

  • Collaboratori
  • Medico di Bordo
  • ******
  • Post: 5516
Re: Il depresso del progresso
« Risposta #1 il: 2 Ottobre 2008, 10:23:36 am »
un mix a metà tra 1984 e la neve se ne frega.
pessimismo?realismo?
Citazione
Niente guerre, né pestilenze. Niente ricchi e né poveri. Niente gravi malattie, né fame. Niente incidenti, né feriti. Il cancro un lontano ricordo. Niente omicidi,  né ladri. Le carceri sono vuote.
l'isola che non c'è, bennato.
mi è venuta spontanea la domanda che credo tu volessi ci fosse...ne vale la pena?il progresso vale la pena di perdere la nostra essenza vitale?
perdonami,ma io non la vedo così tragica.la tecnologia ci può dare una mano,ed è una bella cosa,ci può aiutare a viere meglio, a guarire i nostri mali...m non credo potrà sostiure del tutto la nostra anima, la belleza di emozionarsi....
e se sbagliassi e il mondo finisse per essere come dici tu...beh..io spero di non esserci!!
”Albert Camus once wrote, ‘Blessed are the hearts that can bend. They shall never be broken.’ But I wonder, if there’s no breaking, then there’s no healing, and if there’s no healing, then there’s no learning. And if there’s no learning, then there’s no struggle. But struggle is a part of life. So must all hearts be broken?”


http://martamicol.tumblr.com/

Offline michelangelo

  • Esploratore
  • *
  • Post: 19
Re: Il depresso del progresso
« Risposta #2 il: 4 Ottobre 2008, 18:14:26 pm »
SCIENZA, MAGIA E RELIGIONE DEVONO PRENDERSI PER MANO.
Ti rimando all'articolo che sto per pubblicare: il grande bluff del bosone di Higgs

Offline Young dreamer

  • Collaboratori
  • Medico di Bordo
  • ******
  • Post: 6941
    • Sogna, ragazzo, sogna
Re: Il depresso del progresso
« Risposta #3 il: 7 Ottobre 2008, 22:42:07 pm »
Citazione
L’universo non ha più segreti per l’uomo ed il microcosmo ci riserva continue scoperte. L’ultima: l’essenza vitale. Per non parlare della tecnologia. Non ci sono più cellulari, né monitor, né palmari né televisioni, né internet. Tutto in piccole compresse che hanno sostituito la vecchia farmacologia per dar vita a sostanze che interagendo con le nostre sinapsi ci permettono di comunicare a distanza, di vedere in uno schermo virtuale proiettati attraverso i nostri  occhi immagini e suoni che la nostra mente richiama da qualunque punto della terra.
che freddezza e che vuoto,che silenzio...che "nulla". Saremmo più davvero uomini in condizioni del genere?Ma in fondo...lo siamo anche adesso?Forse siamo solo a metà tra l'animale di ieri e la macchina di domani...però non riesco a pensare che
Citazione
E so che non mi è dato scegliere
,si può sempre distinguersi dalla massa,andare controcorrente,decidere di non farsi trascinare,ma magari di essere anche un po' "trascinatore"...sono fermamente convinta che la scelta c'è sempre. :-)
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)       Blog: http://sogna-ragazzo-sogna.blogspot.com/

Offline brezza

  • Ciurma
  • Cuoco
  • ****
  • Post: 1922
Re: Il depresso del progresso
« Risposta #4 il: 15 Novembre 2008, 19:34:15 pm »
Spaccato di un mondo che sarà?...può essere, ma una cosa vi manca:Il Sentire e l'attaccamento alla terra,alle sue realtà e visioni,quello manca e ieri come oggi questa mancanza provoca ...Depressione,perchè da essa siamo nati e il dimenticarlo è mortale.