Argomento delicato. Lo abbiamo detto e lo pensiamo tutti.
Quindi vi dirò quello che sento, non so che cosa sia giusto e che cosa non lo sia...magari avessimo delle etichette che ci facilitano la sistemazione nel casellario "etica."
Ho visto persone care soffrire, attendere la fine, più o meno coscientemente, come una liberazione. Forse, ho avuto anche modo di "sentire" ciò che sentivano dentro, non chiedetemi come perchè non potrei rispondervi, non in modo scientifico e razionale.
Credo che non ce l'avrei fatta a spegnere volontariamente, con le mie mani, il barlume di vita che ancora c'era.
Non so se è vigliaccheria, non so se è speranza legata indissolubilmente al respiro, anche all'ultimo, non so se è egoismo nell'allontanare il momento del distacco da chi si ama, non so se è amore o male inteso amore.
Non so che cosa farei di fronte a una richiesta diretta, imperiosa, di una persona senza speranza e distrutta dalla sofferenza...forse urlando, forse ribellandomi, forse per disperazione...non lo so. Spero davvero di non dover mai prendere una decisione simile, credo che una legge in generale, in questo senso, non possa essere "giusta".
Invece ritengo che dovrebbe esserci la possibilità di ottenere delle "autorizzazioni" in casi precisi e su richiesta.
Molto dipende dalla certezza scientifica su qual è l'esatto momento in cui cessa la vita, ancora ci sono diatribe scientifiche su questo. Oltre tutto servirebbe a chiarire qual è il momento esatto in cui si possono prelevare gli organi da donare.
Personalmente, comunque, porto tra i miei documenti il tesserino firmato da me con cui autorizzo il prelievo" se".