Era nato ad Alberobello
basso,grassoccio e bello
con malattia detta d’agnello
gran pancia ad occultar pisello
lo chiamavano Cicciobello
portava sempre l’ombrello
Cicciobello aveva pure un somarello
lo abbeverava fischiando al ruscello
poi l’incitava a galloppo con un fuscello
per i vicoli dell’amato paesello
Un giorno in ispezione camuffata passeggiata
a spiar tomo tomo fedeltà sotto casa dell’amata
forse emozionato e gli sfuggì gran scorreggiata
esacerbato pensò d’aver per sempre la storia rovinata
e che non rimaneva coprir vergogna con vino d’annata
Infatti gran clamore suscitò il nefasto evento
dai balconi a gran voci amplificate dal vento
l’incitarono a rifugiar ad espiar in convento
i troppi spari di gran clamore in tal sgomento
Cicciobello conosceva ingenuità d’ogni villaggio
con astuzia inventò una scusa e in gran coraggio
invei e mimò percosse all’asino colpevole d’oltraggio,
tosto e rinfrancato di lavata offesa,riprese il viaggio
Rinfrancata dal chiarimento la piccioncina
esternò in vanto orgoglio ruolo di fidanzatina
apri finestre e in melodia una canzoncina
intervallata da risatina sarcastica birichina
A due passi un menestrello con chitarra a terra
azzittito ad accaduto parso presagio di guerra
ricominciò a pizzicar corde in onor di lieto fine
e in coro il popolo,l’amor non ha confine..confine
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Da:Avanguardie Irriverenti
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