C
aro Silvio,
ci ho messo anni per capire che l’amore vero non muore mai. Quanti anni sono passati dalla prima volta che ci siamo visti?Appena 12.E tu,molto più grande di me,avevi già 16 anni,mi spaventavi tanto. Lavoravi al maneggio. Nei tuoi occhi c’era qualcosa di strano. Ancora ora non riesco a capire bene cosa. Mi sei entrato dentro dal primo istante. Come la lama di un coltello. Non mi hai lasciato tregua. Non mi hai lasciato scampo. Quella lama attraversò la carne,raggiunse il cuore,i polmoni e gettò i semi di quel fiore chiamato amore. Mi innamorai di un amore eterno di cui molti parlano ma pochi sanno. Di un amore mai reciso. Nulla ci ha mai recisi:non la distanza,non la violenza,non la gelosia. Non la morte.
Silvio t’ho amato tanto e tanto t’amo ancora e in eterno ti amerò. Quelle ali che ti ho donato prima che tu spirassi eran per volare in eterno al mio fianco. Volare ora che non posso più stringerti e accarezzarti e baciarti. Ora che non posso più affondare le mie mani nei tuoi scuri capelli,sempre sporchi,colmi di polvere. Figlio di una strada eri tu,ma a me piacevi così. Ai miei occhi un angelo divino. Mi hai riempito. Ora Silvio vola,torna da me,portami con te.
Ricordi Silvio?Quanto soffrivamo l’inverno lontani,e poi l’autunno,la primavera…solo l’estate ci riportava vicino. La distanza era terribile. Ma so che quando io guardavo il cielo,la notte,quelle stesse stelle in quel momento le stavi guardando anche tu,pensando a me. E non c’era bisogno di messaggi,chiamate per sentirci. Noi eravamo telepatici. Credo che la nostra storia sia stata l’unica in cui non vi è stata neanche una telefonata,né un sms…solo telepatia,anche a distanza….Per questo io la notte sapevo che anche tu stavi guardando quello stesso punto del cielo,pensando a me.
Undici mesi divisi,e solo uno insieme:agosto. Agosto quando tutti vanno in spiaggia,noi la rinnegavamo. Partivo per le vacanze:meta fissa il tuo paese. Paese di mare. Ma la mia meta non era il mare,ma la tua strada,figlio della strada. Tu non potevi venire in spiaggia,dovevi lavorare,io lo sapevo,per questo non ci andavo mai neanche io e restavo con te,a guardarti lavorare. Quanto lavoravi piccolo mio,buttavi l’anima nel tuo lavoro,sputavi sangue e non avevi neanche un giorno di riposo amore mio.E io ti guardavo,volevo aiutarti ma non potevo,tu dovevi lavorare da solo. E mentre lavoravi a volte mi guardavi,e i tuoi occhi si illuminavano. E sapevo che quando mi guardavi stavi meglio,sentivi meno la fatica. E allora io restavo lì,non andavo al mare,restavo lì,ti guardavo lavorare.
Quante ore passate insieme amore mio,passate insieme nel fango e nella polvere di quel maneggio, a volte anche nel freddo, a volte anche di notte,vicini,vicini,muti, telepatici. Noi. E a Ferragosto la grande festa a mezzanotte. E noi due insieme. Quella era l’unica notte di tutto l’anno in cui potevamo dormire insieme.
Quanta passione fra noi,ci travolgeva. Correvamo amore ricordi?Correvamo insieme per scaricare quella passione,poi ci rotolavamo nella sabbia. Eri così goffo che alcune volte mi facevi male,eppure io tacevo e il dolore era piacevole,era dolore del troppo amore che ci teneva stretti stretti.
Amore mio,quante volte ho aspettato agosto in questi anni. Quante volte ho sperato di rivederti mentre lavori,di alleviarti un po’ la fatica col mio semplice sguardo. Quanto ti ho sognato in questi anni. Quante volte ho guardato il cielo,quelle stelle che guardavamo insieme,uniti o distanti. E quelle stelle mi sorridono. E mi dicono che tu le stai guardando. Ovunque sei. Mi stai pensando.
Sono passati 9 anni dalla prima volta che i nostri sguardi si sono incrociati,6 dall’ultima,eppure l’amore non svanisce,il dolore non diminuisce,tutto aumenta a dismisura.
Tanti amori ancora ho avuto,ma nessuno come te. Sulla scrivania sempre la tua foto.Un bacio prima di addormentarmi,un bacio al mio risveglio. Anche da una foto il tuo sguardo mi trapassa. Anche da una foto ti amo. Una foto,è tutto ciò che di te mi resta. Di concreto.
E’ finita mi son detta,è finita mi hai detto. Tu sapevi che stavi per morire ma non me lo hai voluto dire. Mi hai girato le spalle l’ultima volta,mi hai lasciato,mi hai fatto credere di non amarmi più. Non volevi farmi soffrire. Dimenticavi la nostra telepatia a distanza. Giorni dopo,mentre spiravi,io sentivo il tuo dolore,mentre piangevi sentivo il tuo amore,mentre svanivi ti sentivo più vicino e ti ho donato quelle ali. Ogni notte ora voli da me,in silenzio,voli nei miei sogni e ci rotoliamo nella sabbia,e vediamo il mare che non abbiamo visto insieme quando potevo toccarti…E ora la notte galoppiamo su quel mare,e ora la notte ci facciamo il bagno in quel mare.E l’acqua la sento davvero che mi bagna. E ora la notte ti accarezzo,ti faccio addormentare,dormo al tuo fianco,ti sussurro che tutto andrà bene. E ora la notte ti sogno in un sogno che si fonde con la realtà e al mio risveglio sei lì,non solo la tua foto ma la tua presenza. E’ il potere dell’amore che ti tiene vicino a me. Troppo ci siamo amati,troppo ci amiamo per svanire.
E i giorni scorrono rapidi attendendo che la notte tu mi avvolga in un abbraccio che solo tu sai darmi,figlio della strada,il mio cavallo ribelle. Il mio puledro imbizzarrito. Il mio baio dagli occhi scuri. Mai nessuno potrò amare quanto te. Silvio,con le ali vola,vola lontano,verso la libertà che sognavamo insieme…un giorno vedrai che quella libertà l’assaporeremo insieme…e saremo di nuovo noi…e saremo di nuovo soli….in eterno….
Ti amo
Flaminia
