Stanotte ho sognato….
Un sogno strano, un urlo improvviso ha squarciato l’aria, un suono straziante, disumano, un immenso dolore, mi sembrava di sentirlo, di viverlo sulla mia pelle, come se una lama di fuoco penetrasse le mie carni.
Mi sono ritrovata, così come d’incanto, in un antro scuro, sprofondato nel cuore di Gaia, al centro di esso scorreva un profondo fiume, nere acque, scorrevano tranquille e quasi invitanti. I miei occhi han percorso l’ambiente, curiosità, voglia di sapere dov’ero. Altre persone erano lì, alcune vicine, altre lontane. Dovevo essere preoccupata, allarmata… ma no, non mi sentivo così, un senso di pace, di calma, una sensazione di profondo benessere, un dolce calore mi pervadeva l’anima. Intenso il profumo della terra bagnata, i miei piedi erano scalzi, ma poggiavano su di un morbido tappeto di muschio, che meravigliosa sensazione dava camminare su quel cedevole tappeto, solleticava al pianta dei piedi, leggermente umido e fresco. Camminavo, seguendo il corso del fiume, all’interno di questa grotta apparentemente senza fine, il buio era quasi totale, ma io potevo vedere… forse con gli occhi della mente, anche gli altri facevano lo stesso, camminavano sicuri , senza esitazione; non so per quanto è durato il viaggio all’interno del ventre della terra, ad un certo punto mi sembrava di intravedere una luce più intensa, ai miei occhi è apparsa un’immensa grotta rotonda, una luce soffusa veniva irradiata dalle pareti, cosparse di cristalli, le acque del fiume si erano fatte più impetuose, al centro di questa grotta vi era un enorme burrone, un foro circolare che inghiottiva le nere acque, il suono roboante di una cascata, un immane precipizio che accoglieva il nero liquido gorgogliante. All’improvviso una voce, la stessa che prima mi aveva fatto sentire il suo grido di dolore ora appariva dolce, gentile, la sentivo vibrare dentro di me, come una carezza delicata, mi attraversava il corpo, percorreva ed accarezzava ogni mia cellula, una richiesta, una domanda “Perchè?”
Solo questo, ma io sapevo chi era e cosa chiedeva, un insieme di immagini si andavano formando nella mia mente: inquinamento, sfruttamento, distruzione; alberi millenari che venivano abbattuti, ghiacciai che si scioglievano, animali che scomparivano per sempre, pochi esseri che vivevano una vita che credevano perfetta, e milioni di esseri disperati che arrancavano con infinite pene per le vie del mondo, soli e indifesi, piegati e calpestati.
“Perchè, perchè, perchè” Sempre più forte , sempre più intensa la voce, ora non più dolce e amorevole, ma disperata e straziante. Perchè ora anch’io provo questo dolore infinito, perchè anch’io sto subendo la stessa condanna, perchè ora i miei occhi vedono, le mie orecchie sentono, la mia pelle vive su di sé lo stesso strazio. Perchè lei ha bisogno di qualcuno che l’aiuti, perchè ormai non c’è più tempo e tutti siamo chiamati, tutti sulla stessa Terra... a condividere la stessa sorte.