Il sapore d'incenso
che ora sento,
l'io rapito
il gelsomino
già fiorito,
le stagioni del passito,
i quarti e le botti
gli odori e i viottoli,
l'acre selvaggio,
il cane e l'ancoraggio,
il sale negli occhi
la pelle e i pidocchi,
un'amaca e l'ulivo,
il silenzio del primo meriggio;
il mandarino e il salmoriglio,
l'abbanniata e la bancarella,
il capretto e l'agnella,
l'oliva nera e il cane fido,
u sannu duci e un chilu i nuci,
i surci e u cani i'mannara,
u bbagghiu e u scravagghiu,
u toccu i vinu,
a primunite,
e l'indovino,
u teatrino,
il borgo e i quattro canti.
I traditi e i disillusi,
i monarchici e gli arrusi
tutto ha posto qui a palermo
nel suo ghetto, all'interno
tra finzione e malinconia
stiamo appresso alla magia;
<<viva palermo e santa rosalia!!>>