Francesca da anni frequenta quel mezzo che la deprime e la fa pensare più di ogni altra cosa. L' autobus.
Mezzo che ospita le menti più folli e illuminare del tempo.
"Giornata iniziata male" pensava, dopo che aveva discusso con la professoressa d' italiano che l'aveva giudicata con un " Semplicemente non sai discutere" riferendosi all' articolo di giornale non portato a termine " Isolata come sei" attaccando il suo carattere.
Da anni si sentiva apostrofare così da quei sovrani della scuola con la penna in mano che si ritengono di alte vedute ma traggono sempre conclusioni sbagliate.
Una voce la fece ritornare nel luogo tanto odiato. Distolse lo sguardo da fuori il finestrino e vide una signora, la stessa che parlava dall' inizio del viaggio. Ma non apparteneva ad essa quella voce, ma al ragazzo che stava in piedi appoggiato al palo. Era rimasta stupita che in quella vetrina di zombie ci fosse qualcuno interessato alle parole di una vecchia signora.
Da tempo era testimone delle peggio indifferenze come il non cedere il posto ad una persona visibilmente incinta e la scena che gli si presentava di fronte era emozionante.
Si avvicinò per ascoltare la conversazione, certa di non rimanere delusa.
" Dove va" le chiese il ragazzo " Da nessuna parte, amo vedere Roma e vengo qui tutte le mattine" rispose con gentilezza la avventurosa signora e riferendosi alla vecchiaia disse " Ogni cosa deve essere fatta da giovane perchè con il tempo mancano le forze " e riprese " Non solo anche le idee".
Quelle frasi diedero un senso al pessimo inizio giornata che l' aveva ferita. "A volte si impara di più da un fiore che da un libro" pensava " Una professoressa non avrebbe mai ammesso di essere senza idee" rifletteva sempre più allegramente.
