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Autore Topic: La droga nella storia dell'uomo  (Letto 10623 volte)

Offline brezza

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La droga nella storia dell'uomo
« il: 4 Novembre 2009, 20:34:51 pm »
Dagli scritti e fin dai primordi della civiltà conosciuta, anche attraverso ai graffiti, noi sappiamo che l'uomo ha usato droghe, di tipo vegetale, per dare un senso alla propria vita e per altre necessità che riguardavano la vita stessa.   Io penso che la cosa sia andata così.    Un giorno in una grotta qualcuno aveva gettato sul fuoco delle erbe secche per ravvivarlo e dopo breve tempo il fumo che ne era derivato aveva saturato l'ambiente al pari del calore sprigionato dalla combustione dei ceppi.   L'inalazione di questo fumo aveva provocato uno scompiglio fra quelle povere anime che in breve o battevano la testa ai muri o spalancavano occhi e bocca in un sorriso ebete vedendo cose che mai avrebbero immaginato.   Con l'andare del tempo i più furbi fra di loro (c'erano già allora) o i più saggi (bontà divina c'erano pure loro) cominciarono a comprendere che attraverso l'uso di quelle erbe sarebbe stato possibile capire alcune cose che o angustiavano la società in cui vivevano o davano la possibilità di comprendere i fatti del tempo presente e anche di quello futuribile.  E' stato evidente che l'uso sconsiderato  in senso negativo e tramite persone ignoranti,  ha provocato non pochi disastri.   I riti orgiastici in onore di questa o quella divinità erano sì compiuti per conoscere come la natura avrebbe aiutato l'uomo nelle stagioni a venire, ma purtroppo erano anche usati per conoscere e manipolare il tempo futuro, nonchè per sacrificare ad alcuni (i soliti furbi) un certo numero di vergini (ovviamente le più belle) con la scusa di approfondire la conoscenza (ma quando mai...) dell'uomo.    In effetti non si è mai tramandato di vergini di 160 kili o più.   E' evidente che l'uomo ha scelto la strada più facile per approfondire la sua esperienza ma non certo la più sicura.  Se questo modo di conoscere fosse stato seguito con opportuni esami, costanti nel tempo e con la scelta di persone più sensibili e affidabili sarebbe stato di certo un modo molto interessante e soprattutto sicuro per capire le potenzialità della nostra mente e per incanalare queste pratiche nell'esperienza della meditazione.   Mi sovviene qui un parallelismo con la cultura della meccanica del trasporto.   All'epoca della scoperta del motore a scoppio esisteva già sia il motore a vapore che il motore elettrico e anche i fondamenti dell'elettromagnetismo.   Qual'è stata la scelta fatta? quella del motore a scoppio: il motore più inquinante, rumoroso e a basso rendimento energetico.  Qualcuno potrebbe chiedersi il perchè di una scelta così scellerata, ma la risposta è evidente...era la cosa più semplice da fare e dati i tempi dell'inizio di un' esplosione demografica, la più fruibile in senso pratico per quanto riguardava posti di lavoro...e poi...quella gradevola puzza...il rumore rombante, a menti scarsamente mature provocavano deliri...orgiastici e pecuniari.   Anche per quanto riguarda l'uso della droga è stato così e lo è ancora....purtroppo.     A voi la penna...pardon ...i tasti.  
« Ultima modifica: 4 Novembre 2009, 20:45:08 pm da brezza »

Offline kant.51

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #1 il: 5 Novembre 2009, 23:56:51 pm »
Lo sciamano giunse sulla cima.
 La sua figura, alta e possente, si stagliava in controluce sul tramonto rosso.
Sedette a gambe incrociate, prese dalla piccola bisaccia le pietre magiche e, dopo una lunga nenia rituale cantata con voce roca, le lanciò sulla terra.Esse formarono un piccolo circolo quasi perfetto. L'uomo guardò e rimase a meditare a lungo. poi in una sola mossa fu in piedi e cercò piccoli, sottili ramoscelli e sterco di animali selvatici.
Posò il materiale raccolto al centro delle pietre e con due bastoncini sfregati velocemente appiccò il fuoco.
Subito si levò un fumo denso e maleodorante.
Lo sciamano vi gettò alcune foglie e aspirò intensamente il fumo.
Fu preso quasi subito da convulsioni epilettiche , aveva la bava alla bocca e gli occhi rovesciati, stringeva tra i denti un bastoncino e questo gli impediva di mordersi la lingua a sangue.
Sembrava danzare sulla terra, un paio di volte sfiorò anche il fuoco e le fiamme lo lambirono brevemente, con odore di carne bruciata, ma nei movimenti sussultanti il fuoco si spense sulla pelle.
L'uomo viaggiava, era il bisonte libero nella prateria infinita, era il Dio dei pascoli e dei fiumi. Le femmine lo seguivano ebbre del suo odore e pronte all'accoppiamento, calde e mugghianti, l'erba fresca gli accarezzava gli stinchi e lo inebriava con l'odore di terra smossa dagli zoccoli possenti, il vento forte e maschio gli portava sentori lontani di altri maschi impauriti e dell'uomo nascosto nella sterpaglia.
Ma il Bisonte non temeva niente e nessuno, guidava la sua mandria all'acqua del fiume lento e generoso, con la potenza dei muscoli caldi e teneri nel movimento fluido e potente del galoppo.
A un tratto la terra si spaccò sotto i suoi piedi, un baratro. Il bisonte cominciò a precipitare nel buio e nel vuoto, consapevole del tradimento e della fine.
Lo sciamano smise di sussultare, a poco a poco si quietò, l'esperienza era terminata.
Si sentiva sfinito, piano si tirò su, appoggiandosi alla roccia.
Avrebbe comunicato alla tribù il suo oracolo, nella battaglia dell'indomani sarebbe morto e li averbbe salvati tutti, perchè il nemico si sarebbe accontentato della sua testa.
Alzò il capo a guardare con gesto di sfida le stelle, ormai alte nel cielo, e lanciò un urlo, infinito, possente, da squarciare il petto e le tenebre.
L'urlo di chi ha guardato la morte negli occhi e l'ha sfidata.
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline brezza

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #2 il: 6 Novembre 2009, 11:49:51 am »
Niente male, m'è piaciuto.

Offline kant.51

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #3 il: 6 Novembre 2009, 16:09:38 pm »
grazie...ho preferito una pagina che parlasse degli sciamani a una disquisizione in merito... :-)
Citazione
da wikipedia:
Secondo l'antropologia ufficiale, gli elementi fondamentali caratterizzanti dello sciamano, comuni a tutti i luoghi ove la credenza sciamanica si sia diffusa e pressoché identici dall'Australia alle Americhe, all'Asia, sono:

   1. La chiamata sciamanica. Lo sciamano, prima di diventare sciamano, asserisce di ricevere una "chiamata" da parte degli "spiriti", alla quale non può rifiutarsi di rispondere positivamente.
   2. Il viaggio sciamanico. Un "viaggio" mentale, onirico nel "mondo degli spiriti", che lo sciamano compie alla propria investitura e successivamente, con modalità differenti (a volte anche per mezzo di allucinogeni), ad ogni suo intervento volto a risolvere problemi propri, della comunità o di singoli. Le fasi caratteristiche del "viaggio" sono:
        1. trance (stato psichico alterato che in alcuni casi viene raggiunto tramite l'uso di allucinogeni e che permane per tutta la durata del "viaggio"),
         2. metamorfosi, lo sciamano si trasforma (durante il viaggio, quindi in sogno) nell'animale che lo protegge e da cui deriva il proprio potere.
         3. combattimento (compie durante il viaggio combattimenti contro gli spiriti ed altri sciamani).
         4. ritorno (lo sciamano "rientra" dal "viaggio" con la soluzione al problema)
   3. Anargirismo, ovvero il divieto per lo sciamano di ricevere compensi in denaro (pena la perdita del potere sciamanico).
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Offline brezza

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #4 il: 6 Novembre 2009, 18:30:32 pm »
I due inserti che hai messo sono puntuali e precisi, riguardano uno specifico uso della droga in senso positivo.   Quello che desidero fare osservare e che probabilmente sarebbe la strada migliore è l'utilizzo di droghe sotto controllo medico o specifico abbinato alla meditazione che non deve essere "transica" ma da svegli.  Ovviamente se ti dico questo è perchè non solo è possibile ma ho potuto constatarlo di persona.  Vi è un problema di fondo ed è che poche sono le persone che possono addivenire a questi livelli di conoscenza.

Offline Tinuviel

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #5 il: 27 Dicembre 2009, 21:45:00 pm »
almeno all'inizio lo si faceva per uno scopo comprensibile...e un pò più "nobile". Oggi lo si fa per provare nuove strade..per esplorare nuove sensazioni.....ma anche la persona più scellerata ora sa che questa strada non la porterà che all'eclissi di se stessa.....magari gli uomini primitivi all'inizio non conoscevano bene questa strada ....ma oggi si sa cosa può accadere........solo che alcuni esseri umani hanno dentro di loro un sentimento di distruzione...anche di loro stessi.........
il poeta si fa veggente mediante un lungo e immenso ragionato disordine di tutti i sensi.........un bacio...Flavia

Offline rita

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #6 il: 29 Marzo 2013, 10:08:14 am »
Ai miei tempi la droga credo non fosse  così diffusa o forse limitata solo in certi ambienti.
Non ho la più pallida idea di cosa sia in realtà dal più comune spinello a quella pesante, né saprei in quali canali introdurmi per procacciarmela, né mi interessa saperlo.
Sono una fumatrice di sigarette, ne conosco i rischi ampiamente documentati come per le droghe tutte, =:) ma il rifiuto totale riferite a quest’ultime anche nel provarle una-tantum è dovuto alla potenziale dipendenza che ne deriverebbe nel senso di non essere poi più in grado, fosse anche un solo istante, di controllare la mia volontà sia in meglio che in peggio alla stessa stregua di una ubriacatura.  o_O
rita

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #7 il: 3 Luglio 2013, 06:45:18 am »
C'era un volta una bambina pazzerella di nome Alice, che passava le giornate a sognare a occhi aperti e ad attraversare specchi. E attraverso lo specchio le capitavano le avventure più bizzarre, finchè ben presto non le prese l'ossessione di trovarsi in un mondo alla rovescia. La vita in quello reale era talmente grigia e noiosa che Alice non riusciva più a trattenersi dal divenire il riflesso di se stessa, e così rientrava nello specchio sempre più spesso. Cominciarono a risentirne prima il suo rendimento scolastico, poi anche il suo benessere fisico. La pelle un tempo dorata della bambina divenne terrea, e gli occhi un reticolo di venuzze gonfie. Ogni volta che riemergeva dallo specchio, giurava che non ci sarebbe rientrata mai più. Ma come poteva rinunciare a simili meraviglie? Poi, un giorno, suo padre la sorprese mentre stava per infilarsi nel riflesso. La prese a ceffoni e la insultò, e fuori di se dall'ira scagliò contro lo specchio il suo pregiato fermacarte antico. Un'esplosione! Lo specchio si frantumò in dodici schegge accuminate. Briciole scintillanti di sogno che ricadevano su Alice, smarrita e piangente..

[Latitudine 52 - Jeff Noon]
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Prima di ricercare una chiave è necessario conoscere e comprendere come e quale serratura vogliamo aprire.
Se non possediamo una porta ma solo tante chiavi resteremo sempre al punto di partenza costruendo lentamente dei muri invalicabili su ogni porta.
Se possediamo tante porte chiuse e nessuna chiave non ci sposteremo mai di un millimetro.
Se varcheremo troppe volte la stessa porta finiremo per rimanerne imprigionati, impedendoci così di riportare qualcosa nel reale.
Se cerchiamo semplicemente una via di fuga non ne trarremo mai un reale beneficio, ma solo un piacere effimero che lentamente costruirà attorno a noi un labirinto indissolubile.
Se crediamo di non saper volare resteremo sempre con i piedi per terra.


- Comunque, in risposta a rita: credo che la paura sia uno dei principali motivi per cui le persone dicono no alle droghe oltre alla scarsa capacità di concepire realtà differenti e al non conoscere-affrontare sé stessi poichè ritrovano nella concretezza un solido appiglio e certezza. Con ciò non voglio minimamente incentivare l'uso né attaccare chi, per scelta, decide di non utilizzarle.
Personalmente credo che non ci sia nessuna perdita di controllo della propria volontà se si ha la piena consapevolezza ed il pieno controllo su noi stessi.
Penso comunque che siano molti altri modi per comprendere noi stessi e per aprire queste "porte", come ad esempio la meditazione e l'uso della nostra abilità più importante, il pensare, che ben pochi ormai utilizzano correttamente.

- In risposta a brezza: le droghe sono state completamente eclissate e ripudiate dalla comunità moderna poichè l'uso delle suddette porta ad un lento allontanamento dai canoni che questo sistema segue e in qualche modo impone.
La materialità rimane un pensiero tipico occidentale che ha lentamente divorato il mondo, prova inconfutabile ne è la globalizzazione e il divario filosofico-letterale che, sopratutto nell'antichità, divideva l'ideologia occidentale da quella orientale. Le sostanze psicoattive che trascendono dall'ordinaria realtà difficilmente trovano approvazione in una società basata sulla tangibilità.


Riguardo il motore a scoppio direi, anche se non c'entra molto, che era la scelta più proficua e la soluzione che più permetteva di estendere il controllo globale, ma ciò è tutto collegato ad un'intensa rete di eventi che caratterizzano la ciclicità del nostro passato e del nostro futuro. Un'evoluzione che spinge l'uomo a rendersi artefice della propria rovina, consentendo o accettando passivamente tutti gli eventi che ne hanno gradualmente descritto l'infimità d'animo.

"Provate pure a credervi assolti siete lo stesso coinvolti" No?
Chiedo perdono per l'off-topic, ma mi sembrava un collegamento interessante.
Tutt'è niente dove tutto è possibile. Nient'è tutto dove niente esiste.

Offline rita

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #8 il: 3 Luglio 2013, 08:13:51 am »
Si FaceLess la paura, il non sentirsi sempre e comunque in grado di controllarsi, il saper valutare le proprie debolezze e incapacità, la consapevolezza della propria fragilità, ed anche un pizzico di autostima nel non ritenere necessario ricorrere a mezzi effimeri ed incerti per accettarsi, mi fa preferire affrontare la battaglia della vita con strategie ad armi pari.
rita

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Re: La droga nella storia dell'uomo
« Risposta #9 il: 4 Luglio 2013, 01:07:41 am »
Spero che il tuo percorso ti porti a ciò che cercavi
Tutt'è niente dove tutto è possibile. Nient'è tutto dove niente esiste.