Capitolo 1
Il sole mi sta salutando con il suo sorriso sornione da dietro la collinetta del paese e il cielo s’intensifica di colori vicino al rosa cremisi mentre le nuvole sfumano leggermente il colore in varie sfumature… è un buon presagio…
Dopo questa notte sarebbe nato un giorno un giorno migliore… ciò mi fa distendere le labbra in un sorriso…
Per quanto sia una falsa speranza mi serve per rompere quello strato di imbarazzo e paura che mi si era posato addosso…
Ho paura di tornare al passato e riallacciare rapporti che ho deciso di troncare, anche se ho avuto le mie ragioni per farlo, come le ho oggi per tornare dopo un anni…
La ruota continua a girare inesorabile…
Sarebbe troppo banale come finale della storia gridare al mio autista “frena e fai dietrofront”…
Lui eseguirebbe senza un battito di ciglia di troppo, è pagato per farlo, e sa benissimo quanto odi discutere su questioni di lavoro…
Infondo la patente ce l’ho anch’io per guidare…
Che stupidaggini sto tirando fuori… sono troppo teso anche per pensare…
Se gioco troppo con i miei pensieri, ora come ora, sarei capace di ferire qualcuno, anche mortalmente, rimanendo sempre nell’ambito della psiche, e non me ne accorgerei …
Meglio guardare fuori… forse i ricordi mi aiuteranno a svagarmi…
Siamo già entrati in paese, l’aria è fresca e mi entra comodamente nelle narici…
Ci sono le case, i locali, le persone, i muri che sfrecciano sotto i miei occhi…
I muri…
<<Goffredo! Ferma l’auto!!>>
Goffredo è il nome d’arte che gli avevo dato, giustificandomi dicendo che Andrea fosse troppo complesso da ricordare… anche se è più anziano di me sembra apprezzare la sottile ironia, a volte così sottile che diventare tagliente…
<<signore, siamo fermi… vuole tornare indietro??>>
Non so come fa… a volte sembra un ospite indiscreto nel mio cervello…
<<assolutamente no… vai in quel parcheggio>>
Non risponde mai, ma mi fa capire il suo assenso con il pedale dell’acceleratore… tanto il carburante lo pago io…
<<parcheggiamo signore??>>
<<parcheggia qui e scendiamo… ho bisogno di sgranchirmi le gambe… e offrimi anche una sigaretta…>>
<< signore, siamo quasi arrivati, non sarebbe…>>
<< Andrea…>>
<< certo…>>
Mi passa il pacchetto di Marlboro e scende dall’auto con aria frustrata, ma sempre con la sua fedele sigaretta stretta nella morsa delle sue labbra…
Intanto io ne sfilo un’altra dal pacchetto e l’accendo…
Goffredo sembra confuso… quei graffiti li aveva già visti da qualche parte… evidentemente non si ricorda dove… meglio rinfrescargli la memoria…
<< sembri confuso Goffry>>
<< perché ci siamo fermati proprio qui??>>
<< ti ho detto perché stavo tornando qui dopo tanto tempo??>>
<< no, signore…>>
<< ormai sei mesi che ci conosciamo… sei un amico… nonostante mi abbiano affibbiato te solo per apparire migliore di quanto sia… sei l’unico con cui possa parlare >>
<< ti ringrazio >>
Non mi aveva mai dato del “tu” prima… forse lo sto viziando…
<< vedi quel pezzo??>>
era una scritta confusa dai colori accesi e contrastanti, un po’ scrostata dal tempo un po’ l’incapacità dell’autore la rendevano incomprensibile…
<< sì…>>
<< quello è stato l’ultimo pezzo che ho fatto qui…>>
scritto di primo pugno...
comunque kant appena finisco tutto t'invio il file così puoi "divertirti" con i miei sproloqui scritti
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spero piaccia! bye
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