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Autore Topic: Estratto saggezza... da Siddharta  (Letto 7291 volte)

Offline Alamuna

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Estratto saggezza... da Siddharta
« il: 8 Dicembre 2009, 16:40:05 pm »
[...] "Vedi Govinda, questo è uno dei miei pensieri, di quelli che ho trovato io: la seggezza non è comunicabile. La saggezza che un dotto tenta di comunicare ad altri ha sempre un suono di pazzia".
"Vuoi scherzare?" disse Govinda.
"Non scherzo. Dico quel che ho trovato. La scienza si può comunicare, ma la saggezza no. Si può trovarla, si può viverla, si può farsene portare, si possono fare miracoli con essa, ma dirla e insegnarla non si può. [...] Ho trovato un pensiero, Govinda, che tu riterrai di nuovo uno scherzo, ed è questo: d'ogni verità anche il contrario è vero. Una verità si lascia enunciare e tradurre in parole solo quando è unilaterale. [...] Quando il sublime Gotama nel suo insegnamento parlava del mondo, era costretto a dividerlo in samsara e nirvana, in illusione e verità, sofferenza e liberazione. Non si può far diversamente, non c'è altra via per chi vuol insegnare. Ma il mondo in sè, ciò che esiste intorno a noi, non è unilaterale. Mai un uomo, o un atto, è tutto samsara o tutto nirvana, mai un uomo è interamente santo o interamente peccatore. Sembra così perchè noi siamo soggetti all'illusione che il tempo sia qualcosa di reale. Il tempo non è reale, Govinda. E se il tempo non è reale, allora anche la discontinuità che sembra esservi tra il mondo e l'eternità, tra il male e il bene, è un'illusione".
"Ma come?" chiese Govinda ansiosamente.
"Ascolta, caro, ascolta bene! Il peccatore ch'io sono e che tu sei è peccatore, sì, ma un giorno sarà di nuovo Brahma, un giorno raggiungerà il nirvana, sarà Buddha. E ora vedi: questo "un giorno" è illusione, è soltanto un modo di dire! Il peccatore non è in cammino per diventare Buddha, non è coinvolto in un processo di sviluppo, sebbene il nostro pensiero non sappia rappresentarsi le cose diversamente. Il peccatore è oggi stesso, già, il futuro Buddha, il suo avvenire è già tutto presente. Il mondo non è imperfetto o impegnato in una lunga via verso la perfezione: no, è perfetto in ogni istante, ogni peccato porta in sè la grazia, tutti i bambini portano già in sè la vecchiaia, tutti i lattanti la morte, tutti i morenti la vita eterna.[...] La meditazione profonda consente la possibilità di abolire il tempo. [...] Ho appreso, nell'anima e nel corpo, che avevo molto bisogno del peccato, avevo bisogno della voluttà, dell'ambizione, della vanità, e avevo bisogno della più ignominiosa disperazione, per imparare la rinuncia a resistere, per imparare ad amare il mondo, per smettere di confrontarlo con un certo mondo immaginato, desiderato da me, con una specie di perfezione da me escogitata, ma per lasciarlo, invece, così com'è, e amarlo e appartenergli con gioia".

[...]

... E così parve a Govinda, questo sorriso della maschera, questo sorriso dell'unità sopra il fluttuar delle forme, questo sorriso della contemporaneità sopra le migliaia di nascite e di morti, questo sorriso di Siddharta era appunto il medesimo, era esattamente il costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l'aveva visto centinaia di volte con venerazione. Così - questo Govinda lo sapeva - così sorridono i Perfetti.


da Siddharta, Hermann Hesse
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Offline brezza

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Re: Estratto saggezza... da Siddharta
« Risposta #1 il: 8 Dicembre 2009, 17:26:27 pm »
In passato ho letto e riflettuto su qualche libro di "religione" buddista e a parte la condivisione del pensiero del "tempo" mi sono in parte rifiutato di condividere quel sorriso di "Gioconda"---Se da un lato la rinuncia alle passioni o ai desideri da in effetti il supremo senso d'equilibrio interiore, dall'altro nega, o almeno così pare, il piacere della conoscenza, intesa sotto tutti gli aspetti possibili.    Non mi si venga a dire che quella rinuncia vorrebbe far intendere che è il conoscere a venire a noi spontaneamente, perchè in quel caso sarebbe inutile la stessa vita, ovvero, il creatore, posto che si pensi alla sua esistenza, ci avrebbe fatto per "capriccio" ancorchè amoroso.  Essendo il creatore e quindi conoscendo l'intima anima delle cose saprebbe pure della nostra difficoltà e dolore a progredire su siffatto sentiero della "perfezione" e vien da pensare; quale genitore "farebbe" un figlio sapendo a priori che non riuscirà mai a dargli la felicità, quand'anche fosse quella "Relativa" da noi conosciuta.??
da: elucubrazioni notturne dopo cattiva digestione--Brezza. 

Offline Alamuna

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Re: Estratto saggezza... da Siddharta
« Risposta #2 il: 8 Dicembre 2009, 18:14:22 pm »
il libro include la conoscenza sotto tutti gli aspetti. ho riportato l'estratto più significativo che io, tra l'altro, non leggo in chiave religiosa, non essendo religiosa! ma come insegnamento di vita non è niente male! il siddharta o buddha o dio o qualsiavoglia nome non è altro che la "perfezione" ke dobbiamo trovare dentro di noi ma non ignorando le esperienze materiali. il sorriso da gioconda come dici tu è quello della serenità interiore e pacifica che mi auguro sia ben raggiungibile dalla maggiorparte, piano piano. per me non esiste un dio, ma esiste l'uomo divino, possano siddharta o dio o buddha essere un uomo divino! un uomo cioè che ha sviluppato (o meglio scoperto) la parte più spirituale di sè.
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Offline brezza

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Re: Estratto saggezza... da Siddharta
« Risposta #3 il: 8 Dicembre 2009, 19:59:31 pm »
A mio parere (insindacabile :-d :-d ) quando tu dici che l'insegnamento che trasmette questo libro circa il "non ignorando le esperienze materiali" è un controsenso in termini.  Solo il desiderio di conoscere ti porta a voler "vivere" e dato che occorre per raggiungere il Nirvana spogliarsi dei desideri è ovvio che non è possibile fare queste affermazioni.   Attenta, stiamo parlando di desideri e quindi non è possibile equivocare fra "questi si e gli altri no", la coerenza non è utopia.   Il "sorriso" ovviamente non voleva essere di scherno, non è nel mio stile trattando argomenti di questo genere, voleva solo essere un parallelismo culturale.  Quello che si vuole poi affermare come "uomo divino" al di fuori di un "creatore" è ancora una contraddizione quand'anche tu la limitassi alla sola sfera spirituale che già di per sè pone una limitazione all'essere come forma compiuta della creatura chiamata "Uomo".   Se rifletti un attimo le due cose non possono essere disgiunte in quanto chi propone a se stesso il raggiungimento della perfezione della sua parte spirituale è un uomo pensante grazie ad una sua parte prettamente fisica, il cervello, come è quindi possibile disgiungere le due cose?  La parte spirituale si palesa attraverso la parte fisica, se quest'ultima non esistesse esisterebbe solo la parte spirituale fine a se stessa in quanto priva di massa e incapace quindi di azioni sul piano fisico.  Nel caso poi che tu volessi contestarmi l'ultima parte ti farei notare che se ammettessimo la possibilità di intervento di una parte spirituale sulla parte fisica dovremmo ammettere che vi dovrebbe essere una capacità raziocinante della S sulla F e saremmo di nuovo in contraddizione in quanto se una S può fare questo vuole dire che conosce  le caratteristiche F e come potrebbe conoscerle se non fosse essa stessa capace di crearla e quindi di viverla in modo concreto.  A mio modesto parere solo "il Creatore" può avere questa possibilità in quanto solo la caratteristica "creativa dal nulla" può vantare di avere ed essere a seconda del suo piacimento.....alla prossima :-)

Offline Alamuna

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Re: Estratto saggezza... da Siddharta
« Risposta #4 il: 8 Dicembre 2009, 20:20:24 pm »
Nessuno, nè io nè Siddharta nel caso del libro, ha disgiunto la spiritualità dalla materialità. E se per raggiungere il nirvana bisogna liberarsi dalla materialità, interpretiamo il libro come una rivoluzione in tal senso. Siddharta vive e solo così capisce di poter "raggiungere il nirvana".
Non si è neppure detto "uomo divino al di fuori di un creatore" (se creatore = dio), in quanto quella parte di divino è insita in noi e cioè l'uomo non è un'entità staccata dallo spirituale, ma ne è parte. il divino non è qualcosa che è al di fuori di noi. quindi "uomo divino" = spirito umano parte integrante di un tutto divino.
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