Riempirti d'ignoto,
di buio penetrarti i silenzi,
bruciandoli in madidi pianti
che parole taciute non tamponano,
non sento il tuo battere sanguigno,
non pulsa la purpurea stella
dell'infinita amarezza
nelle ore che fanno più male,
scavami come sasso di fiume
e trascinami
in mari di brusche conseguenze,
lanciami esiziali lame fendenti,
per suffragare che ancora vivo,
ad azzardare che dentro,
questo mio sangue
è ancora tiepido e cammina.
Marco
