Le vittime
Bisogna capire che gli aggressori cercano sempre la vittima più facile. Se l'aggressore ci ha scelto è perchè probabilmente qualcosa nel suo istinto gli ha comunicato una nostra debolezza. Quindi, la chiave della difesa personale consiste nel rendere se stessi un bersaglio difficile. Se un ladro vuol derubare un appartamento sceglierà sicuramente quello meno protetto da cani da guardia e sistemi di allarme. Allo stesso modo, bisogna fare in modo che la nostra persona venga percepita come un bersaglio difficile... se prestiamo attenzione a ciò che ci circonda e dimostriamo un atteggiamento dissuasivo, probabilmente non saremo una vittima. I soggetti insicuri sono quelli più a rischio, e mi riferisco alle persone che manifestano un'andatura incerta, con una voce esitante, che si imbarazzano spesso. Gli aggressori non scelgono mai a caso le vittime. Per questo, soprattutto in ambienti a rischio, dimostrate un atteggiamento calmo e sicuro, evitate le situazioni di sfida, se incrociarte lo sguardo con qualcuno, lasciate che i vostri occhi guardino oltre, come se cercaste una persona; questo vi consentirà di non essere fraintesi, evitate comunque di abbassare lo sguardo, che denoterebbe insicurezza. Se nonostante tutto si dovesse verificare un contatto verbale, evitate di controbattere e andate via, mantenendo un comportamento tranquillo. Solitamente questo è sufficiente ad uscire dalla situazione, ma se al contrario doveste essere avvicinati, preparatevi ad affrontare la situazione come meglio potete.
La paura
In condizioni di agitazione, stress, paura, ansia e freddo, la ghiandola surrenale, stimolata dall'ipotalamo, secerne l'adrenalina, che, attraverso il flusso del sangue, raggiunge specifici recettori situati nel fegato, nei muscoli, nel cuore e nel sistema vascolare, producendo effetti stimolanti. La sensibilità al dolore diminuisce, il cuore batte rapidamente e i muscoli ricevono più sangue. Saremmo nella condizione ideale per poterci difendere, se non fosse per il fatto che tutto ciò è percepito come paura, ed anzicchè avvantaggiarci della condizione indotta dall'adrenalina, ci sentiamo pietrificati, il corpo si irrigidisce. Ma perchè avviene tutto ciò?
La paura è un'emozione che proviene dal nostro cervello rettiliano (per maggiori informazioni consultare la relativa sezione della mia nota "il cervello triunico dell'uomo"). Si tratta di un meccanismo di difesa molto antico, che ci spinge, se possibile, a fuggire, o restare immobili. E' una parte di cervello che impara poco e solo dopo molto tempo... questo meccanismo di difesa, se poteva salvarci la vita in passato contro una tigre dai denti a sciabola, non ci tornerà utile nel confronto con un aggressore che legge la sua superiorità fisica e verbale nel nostro atteggiamento.
Gli effetti dell'adrenalina sono:
sudorazione aumentata, soprattutto alle mani, torpore o tremore, movimenti limitati, vista ristretta (a tubo), udito alterato, voce alterata (acuta), cambiamento di colore del volto (rossore o pallore), vampate di caldo o brividi di freddo, pupille dilatate, posizione eretta, respiro affannoso, tachicardia, disturbi gastro enterici (nausea, stimolo ad orinare o defecare), lucidità diminuita (arriva anche a manovrare la facoltà di parola, dovuta al ridotto afflusso di sangue al cervello a vantaggio delle aree muscolari più importanti per la difesa).
Inoltre, dato il fatto che una possibile aggressione non capita tutti i giorni, gli effetti di questi ormoni saranno accentuati dal panico di sentirsi inermi davanti ad una tale situazione. Contrariamente, l'organismo di un rissaiolo incallito è abituato alla stimolazione di potenti ormoni, e gli effetti collaterali verranno avvertiti in maniera minore e le sensazioni che ne susseguono non lo spaventano affatto, anzi, ricercherà inconsciamente tali situazioni.
Che fare per minimizzare gli effetti dell'adrenalina?
Occorre capire a fondo quali meccanismi scatenano le reazioni chimiche, scambiate per paura, proprio negli attimi che precedono lo scontro o la fuga. Considerate anche che non è importante ciò che accade, ma come voi siete abituati ad interpretarlo. Se decidete di aver paura allora sarete spaventati, a se decidete di arrabbiarvi, allora lo sarete. Sviluppate un atteggiamento positivo, l'adrenalina che vi scorre dentro è un potente ormone, è gratis ed è una vera benedizione che vi consente di essere pronti a difendervi senza alcun esercizio di riscaldamento o stretching, vi consente di avere maggior velocità e potenza, per questo dovete approfittarne. Sviluppate avversione verso chi vuol fare di voi una vittima. Abbassate il baricentro, rientrate il bacino per una maggior stabilità, sorridete, rilassate i muscoli del viso, delle spalle, respirate nell'addome anzichè nella cassa toracica, la respirazione diaframmatica vi permetterà una maggior resistenza e maggior rilassamento (per maggiori informazioni vedere la mia nota "il qi gong contro il mal di schiena"), rallentate il ritmo del respiro e di conseguenza rallenterà il battito cardiaco, le pupille si restringono, la voce diviene meno acuta. Se avete difficoltà a fissare l'avversario negli occhi fissate il naso o un punto tra naso e bocca. Ora, carichi dei vostri ormoni, siete pronti a difendervi, non siete più la vittima passiva del predatore e siete decisi ad invertire i ruoli. Ora il vostro avversario lo sa e potrebbe rinunciare.
Questo training autogeno dovrebbe essere ripetuto periodicamente, visualizzando scene di pericolo e le difese che siete in grado di adottare. Attiverete così una serie di neuroni che reagiranno di fronte allo stimolo.
Tornando per un momento ad una situazione di rapina, se usano un'arma e vogliono solo il portafogli, non vale la pena correre rischi, date retta al vostro cervello rettiliano, ricordate di usare la difesa personale solo se la vostra vita è realmente in pericolo.
Le trappole
Quasi tutti gli attacchi per strada avvengono dopo un inganno iniziale, attraverso il quale gli aggressori costruiscono una situazione a loro favorevole. Dialogo, distrazione, atteggiamento disarmante e inganno sono spesso utilizzati dagli aggressori. L'attacco in questi casi non è diretto, ma preceduto da espedienti con l'intento di farci abbassare la difesa. Il dialogo serve a distrarre la vittima e anche persone con molta esperienza possono essere vittime di tali tattiche. Attenti a coloro che si avvicinano a voi, qualunque cosa vi dicano, qualunque sia il tono della voce o abbigliamento. Se siete in un'area a rischio è meglio non rispondere e sentirsi dare del maleducato, piuttosto che cadere vittima di una trappola. Comprendere questi stratagemmi è fondamentale se volete diventare un bersaglio difficile e se vi accorgete che si prepara un'aggressione ai vostri danni, fuggite. Sviluppate la capacità di ascolto del vostro istinto. Se è troppo tardi, tentate una dissuasione verbale, restando ad una distanza di sicurezza (due volte un braccio) ed usate la ragionevolezza, mantenendo un comportamento calmo e sicuro e la voce controllata, evitate la sfida e mettetevi in una posizione di guardia (di lato) con disinvoltura.
La dissuasione verbale è fondamentale nei corsi di antiaggressione femminile e non può essere insegnata in un libro, bisogna sperimentarla ad alta voce, sotto la guida di un istruttore e sotto stress. Mi limiterò qui a descrivere due concetti fondamentali:
1) una donna non deve mai instaurare un dialogo con un potenziale aggressore, limitandosi a ribadire la formula di dissuasione del tipo <<stai lontano>>
2) una donna non deve mai concedere al potenziale aggressore di invadere la propria zona di sicurezza, il limite oltre il quale essa si sente a disagio o in pericolo
Riguardo agli uomini invece, la difesa verbale deve essere adeguata al temperamento di ciascuno e al proprio stato d'animo, e in ogni caso sempre coincisa, decisa e accompagnata dal linguaggio del corpo. L'obbiettivo è comunque sempre quello di disimpegnarvi al più presto. Dovreste anche creare una protezione ponendo una mano tra voi e l'aggressore, che servirà a mantenere la distanza e che costituisce anche la prima barriera ai colpi dell'aggressore. Tenete d'occhio il linguaggio corporeo dell'aggressore, se avanza, l'attacco è imminente, non toccate mai l'avversario e se lui tocca la mano che avrete messo come difesa più d'una volta, l'attacco è imminente e dovrete passare all'azione senza indecisione. Quando agite, dovete essere sicuri di ledere l'avversario il tempo necessario per aprirvi una via di fuga e scappare.
Sarebbe opportuno anche manfestare le proprie intenzioni che non state cercando guai e non volete lo scontro, probabilmente dirà qualcosa di volgare e si avvicinerà e quello è il momento in cui dovrete decidere di agire, i testimoni diranno che non avevate scelta, evitate di infierire inutilmente o per vendetta e disimpegnatevi il prima possibile.
Segnali premonitori
Analizziamo quelli che possono essere i segnali per comprendere le reali intenzioni di un aggressore. Queste indicazioni hanno il solo scopo di aiutarvi a comprendere meglio la situazione in cui vi trovate, cogliendo anche le più piccole sfumature, che potrebbero comunque manifestarsi anche in minima parte.
1) il predatore mentre si parla muove gli occhi in maniera irregolare, guardando in ogni direzione, probabilmente sta controllando l'area per verificare la presenza di eventuali testimoni o polizia
2) Il viso è pallido, gli occhi spalancati, sguardo serio e teso, muoverà continuamente gli arti, anche per mascherare un leggero tremore, la voce sarà tremante
3) Le braccia sono allargate e vuole apparire più grosso di quel che è
4) La minaccia può essere manifestata anche da un movimento delle dita che invita la vittima ad avvicinarsi
5) potrebbe lanciare una sfida muovendo la testa o toccandosi il collo, proteggendo la gola
6) gli occhi sono sporgenti, fissi e cerca di non sbattere le ciglia
ad un certo punto il predatore si prepara al'attacco, le sopracciglia si abbassano, assume una posizione di guardia, girandosi di lato, si avvicina e aumenta i movimenti delle braccia e, se è armato, è probabile che una mano resti nascosta e che impugni un'arma.
attenti anche a trucchetti del tipo: l'aggressore finge di andarsene e in realtà carica un braccio per colpirvi, vi minaccia con una mano e in realtà vi colpisce con un'arma nell'altra mano o vi lancia qualcosa addosso e subito dopo colpisce...
Se gli aggressori sono due, probabilmente uno vi impegnerà verbalmente e l'altro vi attaccherà alle spalle. Cercate di utilizzare una visione periferica, anche se l'adrenalina ha ristretto la vostra visuale, muovete la testa lo stretto necessario, non fate capire che state controllando i movimenti dell'altro avversario che vi si avvicina da dietro, in questo modo potreste essere voi a colpire l'aggressore guadagnando spazio e tempo per fuggire. Potreste usare anche voi qualche espediente, del tipo fare una domanda all'aggressore distraendolo, del tipo <<ma non sei l'amico di...?>> e colpirlo mentre la sua mente si distoglie dall'azione che sta compiendo.
I codici di attenzione
Siamo infine arrivati ad un vero e proprio pilastro della difesa personale, ossia la consapevolezza della situazione. Se non siamo presenti mentalmente a noi stessi, saremo delle potenziali vittime e ci risulterà difficile percepire i segnali che potrebbero prevenire un'aggressione. La maggior parte degli attacchi sono a sorpresa, proprio perchè le vittime non riescono a percepire i segnali di pericolo dettati dal proprio stato di vulnerabilità.
Jeff Cooper, colonnello dei Marines in pensione ed ora istruttore di tecniche per la sopravvivenza urbana, ha ideato un sistema per aiutare le persone a riconoscere e valutare le situazioni di pericolo, basato su codici suddivisi in quattro colori, a seconda dello stato di allerta mentale, esaminiamoli:
Codice bianco: Stato mentale privo di attenzione nei confronti dell'ambiente circostante. E' sufficiente che la nostra mente si focalizzi su quel che succede. Quando una persona è spenta e assopita, viene facilmente individuata come preda da parte di un aggressore, ed è molta la gente a trovarsi in questo stato mentale... Quando per strada urtiamo qualcuno, vuol dire che non siamo presenti a noi stessi. Non sottovalutate i pericoli di questo stato mentale, molta gente muore proprio perchè è in codice bianco, anche alla guida.
Codice giallo: Stato mentale che corrisponde a quando siamo accesi, consapevoli di dove siamo e di quel che facciamo, quindi pronti a riconoscere la presenza di un potenziale pericolo. Possiamo anche rilassarci, ma la nostra mente e la nostra consapevolezza sono estese in ogni direzione e attente ai dettagli. E' questa la situazione in cui dovremmo sempre essere quando siamo in luoghi non protetti.
Per abituarci a questo stato, prestiamo attenzione alle vie deserte, all'illuminazione, alle persone raggruppate senza apparente motivo, all'ubicazione delle fermate degli autobus, dove potremmo trovare qualcuno in caso di bisogno.
In un locale, cerchiamo di essere coscienti di quante persone ci sono, se ci sono gruppi di persone più o meno tranquilli, l'ubicazione di bagni e uscite...
Questi sono solo esempi che potrete sempre ampliare immaginando situazioni differenti, aiutando così il subconscio a restare sempre acceso.
Codice arancione: Stato mentale di fronte ad un allarme specifico. Possiamo valutare rapidamente quale comportamento adottare qualora il pericolo si concretizzi.
Esempio: siamo accesi in codice giallo, grazie a questo stato ci accorgiamo che due persone sospette camminano sull'altro marciapiede. Non sappiamo perchè ci seguono, ma l'importante è essere coscienti che potrebbero essere potenziali aggressori. Ad un certo punto le due persone si spostano senza motivo apparente, sul nostro marciapiede e ci seguono. A questo punto il codice diventa di livello arancione, possiamo quindi valutare il comportamento da attuare, se abbiamo con noi lo spray al capsicum, lo prenderemo e lo terremo pronto e nascosto alla vista dei due probabili aggressori, magari in una borsa, oppure potremmo cambiare marciapiede a nostra volta, o adottare entrambi i comportamenti, o ancora entrare in un bar o locale aperto, riuscendo a sfuggire ai potenziali aggressori.
Codice rosso: E lo stato di allerta necessario al combattimento o alla fuga. Appena cambiato marciapiede, i due loschi figuri lo cambiano a loro volta e si dirigono verso di noi. Il pericolo è ora più reale e concreto. Siamo ora in codice rosso e siamo pronti a difenderci o fuggire. Privilegiate sempre la fuga se possibile e se c'è un luogo sicuro vicino a voi. Può darsi che quelle persone cercassero solo un'informazione, ma la cosa migliore resta sempre e comunque la fuga, specie in luoghi isolati. Non ignorate mai il vostro istinto, non lasciate che la ragione vi faccia abbassare le difese o minimizzare il pericolo. Certamente poi la capacità di stimare una reale situazione di pericolo dipende molto dal nostro bagaglio di esperienze, tuttavia ribadisco per la vostra incolumità di prestare attenzione a tutto ciò che vi circonda e al vostro istinto. Inoltre non passate mai da un codice rosso ad un codice bianco, ciò è impossibile, se anche la minaccia è momentaneamente terminata, non sentitevi mai troppo sicuri o potreste accorgervi dello sbaglio quando è ormai troppo tardi.
Aree di rischio
La maggior parte delle nostre azioni quotidiane sono ripetitive, usciamo di casa alla stessa ora per andare a lavorare, frequentiamo gli stessi posti, le stesse persone e probabilmente tutte queste azioni ci fanno sentire più sicuri, eppure molte aggressioni avvengono quando la vittima sta vivendo una situazione confortevole. Analizziamo quindi la nostra routine quotidiana e le eventuali aree di rischio, prendendo coscienza degli eventuali pericoli. Potete usare lo stesso procedimento per altre situazioni che si ripetono con regolarità, tipo le uscite del sabato sera. Adottate le precauzioni che vi vengono suggerite dall'esperienza, dalla lettura (anche di questa nota) o dall'istinto. Non respingete le esperienze che sono accadute ad altri, come se voi poteste essere intoccabili. Le esperienze altrui possono contribuire ad accrescere il vostro bagaglio di conoscenze e aumentare la percezione del pericolo.
Spero che questa guida sia stata una utile lettura e spero che ne facciate buon uso, copiatela, rileggetela, passatela agli amici...ho provato a descrivere al meglio quelli che sono i principi della difesa personale...( sotto questa nota potrete trovare anche gli argomenti "il cervello triunico dell'uomo" e "il Qi gong contro il mal di schiena"). Ora uscite per strada ricordando ciò che avete letto, siate sempre attenti e presenti a voi stessi in ogni momento della giornata, iscrivetevi ad un corso di difesa personale, ma ripeto, se nonostante tutto ciò non sarete presenti a voi stessi, frequentare un corso di difesa personale sarà inutile, come sarà stata inutile la lettura di questa nota.
Marco