« il: 11 Febbraio 2010, 01:57:16 am »
ADDIO
Come se ci fosse una tempesta
a scurire i tuoi capelli,
o se preferisci, la mia bocca nei tuoi occhi,
carica di fiore e delle tue dita;
come se ci fosse un bambino cieco
a inciampare dentro di te,
ho parlato di neve, e tu trattenevi
la voce in cui con te mi persi.
Come se la notte venisse e ti portasse,
era fame l'unica cosa che sentivo;
ti dico addio, come se non tornassi
al paese in cui il tuo corpo inizia.
Come se ci fossero nuvole su nuvole,
e sulle nuvole mare perfetto,
o se preferisci, la tua bocca pura
ad avanzare largamente nel mio petto.
Eugenio De Andrade (Pòuvoa de Atalaia 1923 – Oporto 2005)
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