Questo è un raccontone che ho scritto, una specie di guida turistica mista ad un romanzo. per molti sarà sicuramente noioso e non riesco a dar loro torto ma volevo sapere cosa pensa la gente di questo libriccino nel quale ho messo tutta la mia anima.
Grazie
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Introduzione
14 Maggio – La Scelta
Stamattina ho visitato un’agenzia di viaggi. Pensavo di fare un viaggio in Europa, come vacanza estiva, ma non sapevo dove. “Beh, un paese vale l’altro. Però sono stato attirato dai paesi scandinavi… Ce ne sono alcuni che mi sono sempre piaciuti… Ad esempio la Danimarca. Ma sì, perché no! Sceglierò quella.”
Quindi mi sono fornito di tutti i depliant possibili e immaginabili sulla Danimarca. Nonostante l’agenzia fosse piccola e angusta, mi è stata di grandissimo aiuto. Ma come arrivarci? “In aereo? No, non è il caso. I prezzi sarebbero accessibili, dai 329,71 Euro con l’Alitalia ai 948,69 Euro con la Lufthansa, partendo da Capodichino per arrivare a Copenhagen, ma il volo non è proprio la mia passione, nel senso che non l’ho mai provato e non intendo farlo, quindi è da scartare. In automobile? Se solo avessi l’età per guidarla… In moto? Non ho la patente adatta. In treno? Sembrerebbe una bella idea… I treni costano poco! Però poi non ci si gode il viaggio. Oppure potrei sfruttare quei tour offerti proprio dalle agenzie. Ce n’è solo uno disponibile, per visitare le tre capitali del Nord: Copenhagen, Oslo e Stoccolma. Ma costa davvero troppo. 1410 Euro sono effettivamente troppo per le mie tasche. E allora come? Ma sì! In bicicletta! In effetti è l unico mezzo che mi è rimasto a parte i pattini a rotelle… Beh direi che va bene. Ci metterò molto tempo, ma sarà un bel viaggio.”
Assorto nei miei pensieri, non mi ero accorto dell’espressione esterrefatta dell’impiegata dell’agenzia, che mi stava guardando con la stessa disinvoltura con cui si guarda un cane a dodici teste. Evidentemente aveva capito che non mi sarei rivolto alla loro agenzia per il mio viaggio e, dopo tutta la fatica che aveva fatto per cercarmi tutte le offerte, era rimasta,giustamente, delusa. Così, con un’espressione entusiasta e un po’ di scusa, sono uscito.
17 Maggio – La Preparazione
Bene, tutto è pronto. Mi sono documentato abbastanza sulla Danimarca e sui paesi che visiterò per arrivarci, e ho già preparato un itinerario: partirò da Napoli e prenderò un treno per Milano, e da Milano a Zurigo (a tutto c’è un limite), pagando 48,55 Euro, poi userò solo la mia bicicletta; e visiterò Zurigo e Sciaffusa in Svizzera; Rottweil, Stoccarda, Norimberga (in due tappe), Wurzburg, Aschaffernburg, Francoforte, Giessen, Marburg, Kassel, Gottinga, Hannover (in due tappe), Brema, Amburgo, Lubecca e l’isola di Fehmarn in Germania. Da lì prenderò un traghetto che mi porterà in Danimarca, precisamente a RÆdbyhavn, e poi girerò per le isole danesi fino ad arrivare a Copenhagen. Poi tornerò sulla terraferma, nella penisola dello Jutland, ridiscenderò in Germania, giungerò ad Amburgo passando per Kiel, e da lì ripeterò il mio percorso al contrario. Ci metterò più o meno due mesi e percorrerò seimilatrecento kilometri. Un viaggio estenuante, ma il tempo è l’unica cosa che non mi manca.
20 Maggio – La Partenza
Sono partito da poco, alle 19.55, con la mia fedele bicicletta. La mia valigia comprende solo lo stretto indispensabile: vestiti di ogni genere ma in minima quantità, un sacco a pelo per le tappe fuori da ogni paese, cibo in abbondanza, una capiente ma compatta borraccia, qualche attrezzo per riparare la bici in caso di guasti da portare in tasca e, grazie a Dio, anche un po’ di soldi. Dovrò farne buon uso. Il treno arriverà tra parecchie ore. Speriamo bene...
Svizzera
21 Maggio - Zurigo
Non ho mai dormito così scomodamente... Dovrò abituarmici. Ma questi sediolini ti distruggono. Comunque, il treno è arrivato. Sono a Zurigo, città delle banche, degli orologi, del formaggio e, per fortuna, della cioccolata. Anche se a prima vista sembra una normalissima città del Nord Italia. Dappertutto c’è gente che cammina allegramente godendosi il fresco sole primaverile. Io, abituato al caldo torrido partenopeo, mi sento come un cactus in Antartide. Zurigo è una città davvero magnifica. La “Bahnhofstrasse” e il “Limmatquai” sono le vie più importanti, soprattutto perché sono le “vie degli acquisti” per eccellenza, e io non ho esitato a farci una passeggiatina nei dintorni, anche se non avevo intenzione di comprare niente. Ma mi hanno entusiasmato lo stesso! Sono così piene di vita che è impossibile non rimanere incantati da questa magnifica città. Poi ci sono le chiese, che sono davvero tante, e, nonostante i nomi impronunciabili, sono incantevoli. Si dividono tra chiese medioevali(romanico-gotiche) e chiese molto più recenti. Quelle che ho visitato sono la Grossmünster (una cattedrale del IX secolo), la Fraumünster ( una basilica del IX secolo, rinnovata nel XIII secolo), la Peterskirche (costruita probabilmente nel VII secolo), la Augustinerkirche (XIII secolo), Kirche Enge e la Liebfrauenkirche, entrambe della fine dell’Ottocento. Se dipendesse da me rimarrei a Zurigo per sempre. La mia allegria raddoppia quando scopro che qui tutti parlano italiano correntemente, vista la mia scarsa conoscenza dell’inglese. Trovo un ostello(“La magica notte” scritto in quattro lingue rappresenta l’insegna) dove passare la notte. Il costo è davvero ridotto: solo 20 franchi svizzeri, circa 13 Euro. Meglio riposare bene, perché domani inizierà il viaggio vero e proprio. La mia mountain già freme. Beh, buonanotte...
22 Maggio - Sciaffusa
Oggi la mia bicicletta ha dato la sua prima prestazione. Risultato: la catena fuori asse, i freni allentati e molti muscoli doloranti. Per i primi due non ho avuto problemi, grazie agli attrezzi che ho portato con me(cacciaviti, pinze e un coltellino multiuso). Per i muscoli, invece, non posso fare niente. In ogni caso, sono arrivato a Sciaffusa, piccola città svizzera, sano e salvo. È un bel paesino, una tranquilla città di provincia, capoluogo del cantone omonimo. La sua parte vecchia accoglie molti bei palazzi di epoca rinascimentale, decorati con affreschi e sculture sui muri esterni, così come la vecchia fortezza del cantone; il Munot. Esiste un treno che parte dalla città e porta alle vicine e splendide Cascate del Reno, a Neuhausen am Rheinfall. Si tratta delle cascate più grandi d'Europa. Sono uno spettacolo impressionante, soprattutto perché si può giungere al livello dove le cascate hanno la loro massima violenza. Qui pare quasi che un'enorme massa d'acqua dolce travolga i visitatori, ma in un secondo momento tutti si accorgono solo di sentire lievi goccioline che bagnano koro il viso e rifrescano dall'affanno provocato dalla miriade di scalini che bisogna scendere per giungere a ridosso delle cascate. È davvero una ridente città. Ho avuto ancora fortuna: un altro ostello a poco prezzo. Sono davvero soddisfatto di questo viaggio per ora. Domani una nuova tappa...
23 Maggio – Rottweil
Oggi ho passato il confine con la Germania. Vedrò come questo paese è davvero. Mi sono ricordato da qualche giorno di un’associazione che scambiava divani... Ma non ricordo come si chiama... Beh, indagherò. In questo momento sono a Rottweil, la mia prima città visitata in Germania. Non è una città molto importante, infatti ho avuto parecchie difficoltà a documentarmi su di essa, e nemmeno molto grande; conta più o meno venticinquemila abitanti. Questa città è famosa soprattutto per il Carnevale che, sfortunatamente, non è in questa stagione, e per i cani di questa zona, i Rottweiler. Confina con la Foresta Nera(che costeggerò nel mio viaggio, ammirando gli splendidi paesaggi che essa offre), un bosco che al tempo degli antichi romani occupava tutta la Germania. E questa è proprio una città di origine romana, ma si sono trovate tracce molto più antiche, fino al duemila a.C.. Ha un centro medioevale, con due meridiane: una sul duomo cittadino, l’altra sullo scudo con lo stemma della città. Ho qualche problema con la lingua, visto che non conosco il tedesco e l’inglese per me è come assente. Ma me la cavo. Adesso è sera e la gente si sta riversando in piazza per festeggiare un nuovo giorno che inizia. Ho preso l’abitudine di compilare questo diario la sera, per poter illustrare quello che ho visto al mattino. È giunto il momento di invocare Morfeo. Sento il custode dell’ostello che passeggia per il mio piano, quasi a sorvegliarci come dei bambini in una culla. Domani è un altro(fantastico) giorno.
24 Maggio - Stoccarda
È di nuovo sera, un altro giorno e un’altra città mi sono passati sotto il naso e sono fuggiti senza che io me ne accorgessi. Stoccarda è tra le città più famose della Germania in fatto di cultura. È piena di chiese e cattedrali, teatri per opere e balletti, monumenti e qui vengono svolte spesso molte manifestazioni, musicali e sportive( ha anche ospitato i Campionati Mondiali di Atletica e nei prossimi Mondiali di Calcio verranno disputate qui alcune partite). Famoso è il Museo di Arte Moderna, che accoglie grandi opere. Qui inoltre è stata costruita la prima torre trasmittente per la TV al mondo. In un internet point sono riuscito a trovare quell’associazione della quale mi ero ricordato ieri. È un’associazione no-profit(la couchsurfing) che richiede in cambio di una semplice iscrizione gratuita la disponibilità di un divano del quale si può usufruire per una notte, ma anche mesi interi. Così sono volato al sito
www.couchsurfing.com, mi sono iscritto e ho messo il mio divano di casa a disposizione per quando tornerò a casa. Ho scoperto che in tutti i luoghi che visiterò c’è almeno un divano disponibile. Così non dovrò usare gli ostelli e potrò viaggiare praticamente gratis dando a mia volta aiuto agli altri viaggiatori. E inoltre si fanno un sacco di conoscenze. Questo è il bello del mondo: c’è sempre qualcuno pronto a darti una mano. Sto osservando il paesaggio proprio dal divano del mio simpaticissimo “padrone di divano”, Ansgar Audha, il cui cognome è quasi sinonimo di ricchezza. Tutta Stoccarda si muove freneticamente, anche di notte, e la gente si agita come una persona che dopo un anno di inattività sente il bisogno di muoversi. Ancora una volta è ora di sognare, chiudendo le braccia attorno al cuscino. Domani collauderò il mio sacco a pelo.
26 Maggio – La Notte Nella Foresta Nera
Questa sarà la prima notte all’addiaccio del mio viaggio. Oggi non ho visitato nessuna città o monumento, ma ho visto paesaggi che mai avrei pensato di vedere. La Foresta Nera è meravigliosa; con quegli alberi che sembrano provenire direttamente da una favola, gli animali che non hanno la minima idea di chi o cosa sia io, il Sole che splende ancora un po’ sonnacchioso attraverso le chiome verdi... Di solito dedicavo il primo mattino al viaggio in bici e visitavo le città nel resto della mattinata e del pomeriggio. Oggi è stata una semplice, lunga passeggiata. I miei muscoli non ne hanno risentito. Con questo allenamento giornaliero era impossibile che non si irrobustissero!
Sono lungo la strada, all’ombra del bosco. Fa freddo; dagli ostelli non mi ero mai accorto di quanto facesse freddo qui. Anche se con le maglie pesanti, non credevo facesse così freddo la notte. Per fortuna il mio sacco a pelo è imbottito. E mi sta chiamando. Purtroppo, come diceva Oscar Wilde, so resistere a tutto tranne che alle sensazioni. Il sonno mi coglierà tra poco, meglio non farmi trovare impreparato. Buonanotte...
27 Maggio – Il Sogno Di Norimberga
Ecco che Norimberga mi appare davanti agli occhi... Sembra passato un minuto, o forse un secolo, non saprei dire, e la Foresta Nera si allontana da me con i suoi fiabeschi interpreti di una recita senza fine... Cosa si impara dalla natura... La vita sembra passarci davanti agli occhi allontanandosi sempre di più dalla nostra portata. E noi non siamo capaci di riprenderla... È davvero strana la vita. Beh, sono ancora in giro per questi magnifici luoghi. Le città tedesche sono diverse dalle nostre. Più ordinate, più precise e allo stesso tempo più vive.
Norimberga, da buona città della Germania, non si sottrae a questa legge. È una città che solo a guardarla ispira una grande vitalità. La gente(che sfortunatamente parla solo tedesco, se non con gli stranieri) gira tranquilla per le strade della seconda città più grande della Baviera. Ha subìto di recente un’industrializzazione che l’ha resa una città importante e famosa in Germania. In questa città ci sono grandi chiese e musei, è una città che sembra dedicata completamente all’arte e alla cultura. I maggiori monumenti sono costituiti da chiese gotiche o tardoromaniche, ma Norimberga è una città che lascia davvero incantati. È circondata da grandi e antiche mura, che racchiudono una città magica. Da ammirare, nella stagione natalizia, è il Mercato di Natale, un mercato che trasforma completamente tutta la città, così come succede a moltissime città del Nord Europa. Si dice che questo tipo di mercato fosse stato istituito, per motivi ignoti, da Martin Lutero. Anche qui ho avuto la fortuna di trovare un iscritto alla couchsurfing, che ho provveduto a contattare e non ha avuto problemi ad ospitarmi. “Il divano è davvero confortevole... Perché non vedere se è così comodo anche per dormire?”, penso tra me e me. “Beh, basta dirlo”, mi rispondo senza problemi. Per cause di forza maggiore sono costretto a chiudere il mio diario per stanotte. Buonanotte.
28 Maggio - Wurzburg
La città di Wurzburg è tra le più vecchie della Germania. È, come tutte le città che ho visitato fino ad ora in questo mio viaggio, fantastica. Le città tedesche sono completamente immerse nel verde, contrariamente alle nostre città italiane, ricche solo ed esclusivamente di asfalto. Come sopra detto, è una città antica, e di certo lo dimostra! Gran parte della città è occupata dalla città vecchia, che si snoda in vicoli e vicoletti molto affascinanti e suggestivi. Vi sono varie zone pedonali, nelle quali conviene non passare alle volte, perché, nonostante la città sia piccola, sono così affollate che camminare lungo queste vie è quasi impossibile. Ho potuto visitare poche delle opere artistiche che questa città offre. Il più bell’edificio che ho deciso di visitare è stato il Residenz, il palazzo più antico della città, collocato su una collina che domina tutta la città, ed era un’antica residenza di prìncipi e vescovi. Sull’altra sponda del fiume Meno, che attraversa tutta la città, c’è il quartiere di Mainviertel, al quale si giunge attraverso il ponte Mainbrucke, il più antico della città. Il suo principale edificio, la Fortezza di Marienberg, entusiasma le persona al primo sguardo. Camminare per queste vie è come visitare cento musei. Non ho visitato chiese perché, a dire il vero, me ne sono un po’ stancato. La mia bici ha dato la sua ennesima prova di forza, e nonostante tutto non ha resistito molto a lungo. Epilogo: bucata la ruota anteriore. Per questo motivo mi sono munito di Bostik(se ne vende anche da queste parti), qualche sacchetto di plastica, e ho riparato la camera d’aria. Anche questa è fatta. Ora mi aspetta un sonno ristoratore dal mio ennesimo salvatore, Hemerich Hardwin. La gentilezza di queste persone è indescrivibile: se dipendesse da loro, metterebbero a mia completa disposizione le loro case, senza nessun problema. Io, ovviamente, ho rifiutato cortesemente tutte le offerte, ma non ho potuto rifiutare le colazioni che loro mi hanno offerto. Dalla colazione tipicamente inglese, uova e pancetta, a quella tipicamente tedesca, le rotwurst(salsicce cucinate in modo particolare) e i doner kebab(un tipo di carne tagliata verticalmente invece che orizzontalmente). Io, per fortuna, sono una buona forchetta e non avrei problemi a mangiare cavoli a merenda, ma credo che molte persone troverebbero questi cibi indigesti, almeno di primo mattino. Ora la notte è scesa, e l’antico divano di casa Hardwin mi chiama. A domani...
29 Maggio – Aschaffenburg
Il clima più mite di tutta la Baviera si trova qui, ad Aschaffenburg. Qui infatti il clima ricorda davvero quello della mia(ora in effetti non così cara) Napoli. Per questa sua qualità viene chiamata la “Nizza bavarese”, ma non solo per questo è una città calorosa. I suoi cittadini sono amichevoli e allegri, un po’ chiassosi e festaioli; un po’ come sono immaginati dagli italiani: con una birra in mano a festeggiare con copiose vivande. Anche la città si fa apprezzare: il castello Johannisburg rappresenta, infatti, una vera opera d’arte. Quest’opera di Lucas Cranach fu terminata nel 1619, commissionata dal vescovo Johann Schweikard Von Kronberg, ed è davvero un’opera meravigliosa. Oltre che dal vescovo che la commissionò, questa casa ebbe ospiti molto celebri, come Maria Teresa d’Austria e Napoleone Bonaparte. Successivamente, Re Ludwig I di Baviera, innamorato di Aschaffenburg, fece costruire una residenza che si ispirava alla casa di Castore e Polluce di Pompei ed affidò il progetto all'architetto Friedrich von Gärtner. Nacque così l'elegante Pompejanum, concepito non come residenza privata del sovrano ma come luogo d'arte e di cultura, un cenacolo dove discutere, studiare ed approfondire il mondo classico, che ammaliava il re fin dalla giovinezza. Il re adorava questi palazzi, che ancora oggi sono i più importanti della città. Io ho visitato, dopo le solite quattro ore di pedalate per giungere fin qui, entrambe i palazzi. Il primo ricorda un po’ il palazzo reale, il secondo sembrerebbe un tempio ionico, se non per i vivaci colori e per le decorazioni sgargianti. Quello che colpisce di entrambe i palazzi però, sono gli affreschi presenti al loro interno. Sono semplicemente magnifici, da fare invidia a quelli di tutto il mondo. Ancora una volta, sto aggiornando il mio diario dal divano del mio attuale padrone di casa, che ha un nome così impronunciabile che preferisco non riportarlo. Anche oggi è stata una giornata faticosa, meglio prepararsi alla prossima tappa, Francoforte, che sarà un po’ più lontana delle altre.
30 Maggio – Francoforte
Le goccioline di pioggia che mi bagnano gli occhiali ed il viso mi rinfrescano dalla calura dell’estate torrida che oramai si avvicina. La pioggia tedesca è un po’ come quella inglese: non ci si accorge della pioggia se non si ha gli occhiali. Con la differenza che a Londra piove praticamente ogni giorno. La mia bici scivola tranquillamente sull’asfalto, senza evidenti problemi. Tranquilla prosegue la vita degli animali lungo la strada; il manubrio è come un pianoforte che suona instancabilmente. Trilla, aumenta di velocità, di pesantezza, rallenta, e va adagio, allegro, rubato, maestoso, misterioso, e soprattutto con pedale. Mentre la mia immagine musicale di una bicicletta sfuma, io mi ritrovo in una nuova città, Francoforte. Francoforte è un importante centro commerciale e, come molte città della Baviera, è attraversata dal fiume Meno. È una città fieristica, tra le quali sono presenti l’annuale Fiera del Libro, che si svolge proprio in questi giorni, e la biennale Fiera dell’Automobile. Francoforte è anche al quinto posto tre le città con la miglior vivibilità, anche se è il tasso di criminalità è il più alto di tutta la Germania. Personalmente, è una città molto attraente e vivace. A quartieri moderni si alternano quartieri con case fatte addirittura di legno, e ricorda davvero molto la Val d’Aosta.
Nel centro della città si trovano il Kaiserdom, il Romenberg e la Paulschirke. Il Kaiserdom è una chiesa, che pur non essendo una sede vescovile è chiamata Duomo dell’imperatore. È tipicamente una chiesa gotica, piena di pinnacoli e di guglie, di un colorito rosso ocra. Il Romenberg è la piazza centrale della città. Tra le case spiccano il municipio(il Romer) e la Alte Nikolaikirche, una vecchia chiesa dedicata a San Nicola. A collegarle è il Königsweg, dove anticamente passava, alla nomina del nuovo re, una processione per celebrare il nuovo sovrano con dei banchetti. La Paulschirke, infine, è un edificio importante nella storia tedesca, perchè ospitò la Nationalversammlung, il primo parlamento democratico tedesco nel 1848/49. Ma è una città a suo modo strana. Le persone sono molto chiuse rispetto a tutte le altre città che ho visitato. Solo il mio padrone, Erlwin Hrodger, che, con questo suo nome uscito da un racconto nordico, mette una grande allegria. In un correttissimo inglese, che io non parlerò mai nemmeno nei miei sogni, mi racconta che è a causa della brutta gente che gira per le strade di Francoforte che i suoi abitanti sono così poco ciarlieri. Mi offre la cena molto allegramente, come se io fossi suo fratello, e mi offre salsicce, crauti(un po’ indigesti), e, ovviamente, birra.
Così passiamo allegramente la serata e dopo... Dopo ovviamente ci stendiamo ognuno sul proprio letto(o divano). Lui già dorme. Sento il suo russare come sottofondo della mia serata. Fortuna che io dormirei in qualsiasi posto... Beh, buonanotte. Domani si va a Giessen.
31 Maggio – Giessen
Se qualcuno ama la matematica, e ha in mente qualche gita in Germania, non può fare a meno di visitare Giessen. Qui è presente il più importante museo della matematica europeo, aperto per tutti, senza bisogno di conoscere il linguaggio della matematica. Il museo, infatti, si basa soprattutto sugli esperimenti da compiere al suo interno. Attualmente ci sono circa settanta esperimenti interattivi in uno spazio di settecento metri quadri. Gli esperimenti riguardano la geometria, l’algebra, la probabilità, la logica e la storia. La maggior parte degli esperimenti richiedono mentalità ed inventiva e raramente l’uso del computer. Il museo è anche sede dell’Università “Justus Liebig”, intestata al grande J. Von Liebig, il famoso chimico tedesco che tra le altre cose inventò un estratto di carne che porta il suo nome. Il costo del biglietto di ingresso per il museo è di cinque Euro per gli adulti e tre per i minorenni. Io e la mia fedelissima bici siamo rimasti molto soddisfatti di questo museo che, purtroppo, è l’unica cosa della città degna di visita. Ma, nonostante tutto, la città di sé per sé è molto graziosa. Un giro per queste vie è molto gratificante. È una piccola cittadina, racchiusa nella sua quasi inverosimile quiete. La mia bici, dopo la sistematina che Ugo, meccanico nonché possessore del divano sul quale in questo momento sono disteso, le ha dato, scivola leggera come non mai. Le sue “note” ora sono molto più sfuggenti e estrose, come se l’avesse accordata. Lei ora riposa nel giardino, e io la sto osservando placidamente. Era molto più pronta di me per questo viaggio all’inizio, ora siamo entrambi stati temprati da questi paesaggi, da queste inverosimili città. È ora che riposi anche io. Domani un’altra città...
1 Giugno – Marburg
È più di mezzo mese che ho deciso di partire per il mio viaggio e sono convinto di non aver mai fatto una scelta più giusta. Sono felicissimo di questo mio viaggio. Oggi mi trovo a Marburg, un paese su una valle verde e piena di foreste, un fiume che la divide in due parti e un meraviglioso castello sulla cima di un colle. Il primo giorno di Giugno è inaugurato con una nebbia rada e un’afa fastidiosa, che non si spiegano, dato il leggero venticello fresco. Il clima qui è come un metronomo: oscilla da un lato e poi da un altro, ritorna al punto di partenza e ricomincia ad oscillare. Marburg è una città universitaria: per l´esattezza la più antica università protestante al mondo. Qui gli studenti studiano dentro palazzi gotici, fanno lezione in aule di più di cinquecento anni fa. Persino le porte dei bagni hanno la forma di archi a sesto acuto. Un’altra particolarità di Marburg è che è piena di cechi(che parlano rigorosamente inglese) e di ciechi, presenti in gran quantità a causa del fatto che qui è presente un’università solo per loro. Mi sono chiesto più volte se esistono combinazioni, cioè cechi ciechi. Non ho trovato risposta a questo mio terribile dubbio nemmeno dalla prima padrona di casa del mio viaggio, Christine Audha, che in italiano sarebbe più o meno Cristina Otto, anche perché non ho avuto il coraggio di chiederglielo. Così io e questa, per me, primatista abbiamo trascorso allegramente la serata. Ancora una volta la mia scarsa conoscenza dell’inglese si è fatta sentire; avrò sbagliato almeno una ventina di verbi. Lei ha fatto finta di non accorgesene fin quando non mi ha detto scherzosamente “Don’t worrying for your englishes”, che su per giù non ha senso. Così ci siamo salutati e coricati. Il sonno avrà la meglio su di me tra poco. Quindi chiudo questo diario per non offendere il mio amico Morfeo. Buonanotte...
2 Giugno – Kassel
2 Giugno, festa della Repubblica italiana, fuori dall’Italia per la prima volta nella mia vita. Anche se, a dir la verità, non mi dispiace. A causa delle distruzioni del 1943, la città venne quasi completamente ricostruita negli anni '50. Per questo motivo ci sono pochi edifici storici in centro. Il monumento più antico è la Druselturm. La Brüderkirche e la chiesa di San Martino sono anch'esse in parte di origine medioevale, ma i campanili di San Martino sono degli anni '50. Gli edifici storici sopravissuti sono principalmente al di fuori del centro città. Il Palazzo Wilhelmshöhe, sopra la città, venne costruito nel 1786 dal Langravio Guglielmo IX di Assia-Kassel. Il palazzo è circondato da un parco che è eccezionale, per non dire altro. Dopo la guerra Franco-Prussiana del 1870/71, Napoleone III venne imprigionato qui. Nel 1918 questo edificio divenne sede del Comando dell'Esercito Tedesco (OHL): fu lì che i comandanti militari Hindenburg e Ludendorff prepararono la capitolazione tedesca. Il Löwenburg (“Castello dei Leoni”) è invece una replica di un castello medioevale, anch'esso però fatto costruire da Guglielmo IX. Un altro grosso parco è il Karlsaue lungo il Fulda. Fondato nel XVI secolo, è famoso per l'Orangerie, un palazzo costruito nel 1710 come residenza estiva per il Langravio. A Kassel si tiene Documenta, un'importante esibizione internazionale di arte moderna e contemporanea. Tra i musei sono da nominare: il Palazzo di Wilhelmshöhe, il Museum für Sepulkralkultur e la Galleria d'Arte. È da dire inoltre che qui fu costruito il primo osservatorio astronomico tedesco. Io in questo momento sono su un altro divano(tanto per cambiare), ma adeguatamente coperto dal sacco a pelo: qui fa un freddo che farebbe venire i brividi solo a parlarne. Per fortuna delle salsicce con una buona birra mi hanno riscaldato un po’. Domani si va a Gottinga. Buonanotte...
3 Giugno – Gottinga
Un’altra importante città universitaria tedesca è Gottinga, che è anche la città che ho visitato oggi. L’università infatti qui svolge un ruolo importantissimo: basti pensare che su centotrentamila abitanti ben trentamila sono studenti. Ed infatti è proprio uno studente che mi ospita questa sera. Può sembrare strano, ma è così. Qui il tempo sembra essersi fermato in alcune vie(salvo per la presenza di automobili), mentre su altri sembra essere andato troppo veloce. Le vie del centro infatti sono come dei viali medioevali, mentre l’area circostante l’università è modernissima. Qui purtroppo da visitare non c’è niente degno di nota, ma anche una semplice passeggiata per queste vie è molto piacevole. Camminare e andare in bicicletta sono come ascoltare musica: non stancano mai. L’unica cosa davvero stanca di me in questo momento sono i muscoli. Quindi credo che chiuderò qui la mia serata. Domani una nuova notte all’addiaccio... Non che mi dispiaccia! Buonanotte...
4 Giugno – A terra con Alberto
Sono solo, in una parte indeterminata dell’Harz, nel mio sacco a pelo, nonostante la torrida serata. La tappa era davvero necessaria: cento kilometri, con tutto l’allenamento, sono sempre troppe. Il bello della Germania è che la sera è completamente vuota, dalle strade sterrate a quelle asfaltate. Le strade cittadine invece sono molto affollate. Io, non so se purtroppo o per fortuna, sono su una strada nazionale. Questo mi fa sentire un po’ più sicuro ma anche un po’ meno tranquillo: è contraddittorio ma è così. Inizio a sentire un cigolio... Uno “gnek, gnek” continuo, proprio come quello che farebbe la mia bicicletta se avesse qualche anno in più. E lo sento: sempre più forte, più vicino a me... E lo vedo, un suonatore di cigolii, sempre più vicino. Sembra che mi punti, ma non so se mi sto suggestionando oppure no. Cosa devo fare? Salutarlo cordialmente o fare finta di niente? E se fosse un buon compagno di viaggio? Come è difficile il mondo delle scelte: non sappiamo niente di quello che ci accadrà finché questo non si verifica inevitabilmente. “Non mi farò giocare dal destino: meglio rischiare un po’” penso tra me e me. E così mi precipito fuori dal sacco a pelo e mi paro davanti al mio inquietante compagno per la bici. Lui mi guarda quasi sconvolto, con una faccia davvero stupita. Così capisco due cose fondamentali: non mi stava cercando ed è animato dalle migliori intenzioni. Allora gli tendo la mano e in inglese gli chiedo il suo nome. Con la faccia spaventata e ancora diffidente lui mi dice il suo nome: Alberto Beltrami. Tento di fare conoscenza e, senza problemi, Alberto si rivela una persona molto simpatica e aperto alla conversazione. Vengo così a scoprire che lui è un italiano emigrato in Germania, fortemente appassionato di biciclette, che ha deciso di fare un breve viaggio fino a Lubecca, la città dove vive, partendo da Francoforte. Così gli ho chiesto di proseguire il viaggio insieme a me, e lui ha accettato di buon grado. La nostra serata passa brevemente, scoprendo qualcosa in più l’uno dell’altro. Insieme, il tempo si restringe, come se, aumentando la massa, esso avesse meno spazio.
Alberto si addormenta appena infilatosi nel suo sacco. Io rimango sveglio un altro po’, per capire quanto la compagnia sia importante in un viaggio e, prima di tutto , in una vita.
5 Giugno – Hannover in due
Si può dire quello che si vuole sul mare, ma i veri paesaggi si vedono in montagna. Non è possibile non apprezzare una verde montagna, un lago trasparente, dell’acqua limpida, un gigante alberato. Alberto è davvero una persona simpatica e disponibile. Ha acconsentito a fare il giro intero di Hannover in bici senza battere ciglio. Hannover, per l’appunto, è una città famosa, oltre che per le fiere, per essere piena di verde e di specchi d’acqua. Il lago Maschsee, centro della città, o il parco Eilenriede, la cintura che chiude la città, offrono paesaggi spettacolari. Parlare, in questi luoghi, è quasi proibito: non si può profanare il silenzio che circonda i due parchi. L’unica cosa concessa sono i sorrisi allegri delle coppie che vagano senza meta e gli occhi spensierati e decisi degli sportivi – ciclisti, corridori- che qui vengono ad allenarsi. La città gode anche di una zona pedonale, che è ottima per lo shopping, ma che sconsiglio per le gite. L’unica cosa da vedere sono le vetrine dell’area commerciale più grande della Germania- da Georgstrasse e la porta Steintor fino a piazza Aegidientor- e le buffe pensiline degli autobus, progettate da artisti moderni nel 1970, in seguito ad una riforma urbanistica voluta per integrare le opere d’arte con il tessuto cittadino. E le pensiline se ne sono accorte: mai visto fermate dell’autobus così buffe! Mi sono chiesto come avrebbe fatto Alberto per la notte; lui non è iscritto alla couch-surfing. Lui mi ha risposto che non c’era problema, perché lui preferisce stare più comodo: sarebbe andato in un ostello, per reincontrarci domattina proprio in piazza Aegidientor. Per festeggiare il nostro incontro, siamo andati in un ristorante italiano, Da Lello, un ristorante italiano un po’ particolare, in quanto fonde piatti tedeschi con piatti italiani, ottenendo risultati stravaganti ma ottimi. Il tutto a soli 15 Euro. Ora sono sul divano di Alfred, che è rimasto molto rammaricato per non avermi potuto offrire la cena, ma che ha già detto che domani mi farà fare una doppia colazione. Il mio stomaco ha tranquillamente accettato la sfida, e conta di vincerla. Ora mi aspettano i sogni. Buonanotte...
6 Giugno – Ai suonatori di Brema
Come avevamo deciso, stamattina ci siamo incontrati in piazza e, senza nessun problema, siamo partiti insieme alla volta di Brema. Nonostante la strada fosse lunga, abbiamo avuto abbastanza fiato per chiacchierare un po’. Dopo un viaggio di quattro ore, al quale siamo abituati tutti e due, siamo arrivati a Brema alle 10(i tedeschi, come me e Alberto, sono molto mattinieri e Alfred era già in piedi da un pezzo quando mi sono svegliato). Sulle nostre bici un po’ cigolanti, ci siamo ricordati della favola dei quattro suonatori di brema, e ci siamo sentiti un po’ come il gatto e il gallo che, diventati vecchi, decidono di partire e di fare i suonatori ambulanti. Noi, con i nostri strumenti sfuggenti, impegnati in un lungo viaggio per trovare la gloria... Che situazione poetica...
Brema(per i tedeschi Bremen), è, come quasi tutte le città tedesche, molto antica. La prima citazione della città su documenti scritti risale al 782. Nonostante questo è una città molto moderna. Infatti è il secondo porto tedesco(dopo Amburgo), ha una grande quantità di aziende(le più famose sono la Chrysler, industria automobilistica, e la Kellog’s, multinazionale del settore alimentare) ed è anche una città turistica. È piena di monumenti di età gotica, primo tra tutti il municipio. Il quartiere Schnoor, il quartiere più antico della città, è assolutamente da visitare, con le sue case del XV e XVI secolo che ospitano oreficerie, negozi di antiquariato e di artigianato. Importante è la Bremen Marktplatz, con i suoi edifici appartenenti a otto secoli diversi, e con una statua di Orlando al centro della piazza. Alberto sembrava più interessato di me ai monumenti, nonostante li conosca a memoria, abitando lì da anni. Stavolta la mia padrona di casa, Fausta Raginmund, signorina di origini italiane, ha deciso di offrire la cena ad Alberto e gli ha preparato un altro divano, nonostante lui non appartenga alla couch-sourfing. Alberto non ha saputo cosa rispondere, e l’ha ringraziata di tutto cuore. Ora dormono tutti, io sono altrettanto stanco e penso che mi addormenterò tra poco. Domani visiteremo Amburgo. Buonanotte...
7 Giugno – Amburgo
Di nuovo in giro. Oggi la nostra meta è stata Amburgo, un’altra città tedesca, tra le ultime che visiterò. Amburgo è la città più grande della Germania dopo Berlino, e possiede anche il primo porto tedesco in ordine di importanza. Si trova nel punto in cui i fiumi Alster e Bille sfociano nell’Elba(Elbe), che attraversa tutta la città. Le due rive del fiume sono collegate da ponti e da tunnel. È una città piena di monumenti e musei, che Alberto conosce davvero a menadito. Tra i più importanti ci sono il Kunsthalle e la Galerie der Moderne(i due principali musei d’arte, moderna e non), il Wasserturm(la torre dell’acqua), il Kehrwieder(un particolare museo, dedicato ai trenini elettrici) il Binnenalster(un bacino d’acqua,con al centro la Fontana dell’Alster, intorno a cui si sviluppa il Jugfernstieg, la zona più raffinata della città.), il Rathausmarkt(la Piazza del Municipio, cuore della città vecchia. Lì si possono ammirare il Rathaus, il Municipio, e, poco lontana, la Cattedrale di San Pietro), il Deichtorplatz(una piazza che si trova ad est della città vecchia, nelle vicinanze della quale si possono visitare il Chilehaus, edificio espressionista, e il Museo di Arti Decorative, il principale di Amburgo), la città nuova che si trova ad ovest della città vecchia(qui si possono visitare la Chiesa di San Michele e il Parco Planten und Blomen, delle piante e dei fiori). Infine, nei dintorni del porto, troviamo la zona che si considera l’elemento distintivo di Amburgo, la Speicherstadt, con i tipici edifici situati ai bordi dei canali. Qui è stato costruito l’imponente Ponte Kohlbrand, nuova icona della città.
Domani sarà l’ultimo giorno che io e Alberto passeremo insieme. Abbiamo quindi deciso di festeggiare in un ristorante tedesco, l’ Alt Hamburger, un ristorante in un edificio costruito nel XVII secolo, con specialità a base di pesce. Ora lui è andato in un ostello, io sono sull’ennesimo divano del mio viaggio. La serata è passata allegramente anche stasera. Domani Lubecca. Buonanotte ancora una volta.
8 Giugno – Le strade si dividono
Questo è l’ultimo giorno con Alberto. Lui si fermerà qui, a Lubecca. Mi dispiace molto separarmi da lui, l’unico italiano incontrato durante il mio viaggio, una persona così simpatica e disponibile. Oggi abbiamo visitato insieme la sua città. Lubecca è uno dei posti più belli e più magici d'Europa, tra chiese gotiche e stradine medievali. È situata nel nordovest della Germania, sul basso corso del fiume Trave, che a circa venti km dal centro della città sfocia nel Mar Baltico. La principale porta della città, l’ Holstentor, appartiene all’antica fortificazione medioevale della città. È uno dei monumenti più celebri di tutta la Germania. Consiste di due torri circolari collegate con un edificio di mattoni che copre il passaggio d'ingresso. È anche uno dei più importanti esempi del Gotico baltico. Un altro importantissimo monumento è la chiesa di Santa Maria di Lubecca(Marienkirche in Lübeck), chiesa medioevale costruita tra il 1250 e il 1350. È la terza chiesa della Germania per dimensioni ed è costruita nel punto più alto della città vecchia. Infine, un monumento assolutamente da visitare e il Lübecker Rathaus, il Municipio di Lubecca, anch’esso di epoca medioevale. Questa sera ad ospitarmi è proprio Alberto, che, con sua moglie Caterina, mi ha offerto una cena tipicamente italiana: spaghetti al sugo. Quanto mi sono mancati! Il cibo tedesco è ottimo, ma dopo un po’ stanca. Questa sera si è fatto tardi, per festeggiare, in giro per Lubecca, grande città fieristica, come quasi tutte le città tedesche di una certa importanza. Ora però il tempo è passato, e siamo tutti a letto(io compreso ho un comodissimo materasso, invece del solito divano). Domani ricomincerà il mio viaggio da solo. Domani arriverò all’isola che mi porterà alla meta. Fermarn mi aspetta.
9 Giugno – L’ultima spiaggia
Oggi fine della Germania. Da domani inizierà la Danimarca. Sono arrivato qui a Puttgarden, sull’isola di Fehmarn, stamattina. Purtroppo ho sbagliato, perché qui non c’è niente da visitare, se non le spiagge dell’isola. Ma questo è soprattutto un porto utile per andare in Danimarca. Fino a qui ci si arriva a piedi, grazie ad un ponte costruito nel 1963(il Fehmarnsundbrucke), ma da qui bisogna proseguire con il traghetto. Viaggerò con la Scandlines, pagando 150 corone, circa 20 Euro. Partirò domani alle 9.00. Anche qui ho avuto la fortuna di trovare un iscritto alla couchsurfing. Si chiama Leon Aig, ed è una persona davvero disponibile. Mi ha spiegato dove va preso il traghetto e dove si arriva. Ho scoperto che ci vogliono solo 45 minuti per cambiare stato. Inoltre ho gustato una magnifica cena a base di diverse varietà di pesce, tutte davvero ottime, e di carne. Domani arriverà finalmente la tanto attesa Danimarca. Per ora posso solo dare la buonanotte.
Danimarca
10 Giugno – Il Lolland
Questa mattina sono partito da Puttgarden, nella nebbia e sotto un sottilissimo velo di pioggia. Senza che me ne sia accorto, il tempo mi è sfuggito da sotto il manubrio. La bici fremeva sotto le mie mani. Aveva il desiderio di fare un giro sulla nave; non gliel’ho permesso, anche perché non ci sarebbe stato abbastanza tempo. In così poco tempo ho cambiato stato, e con lui ho cambiato paesaggi e voglia di vedere. C’è stata in me una nuova voglia, diversa da quella precedente, di vedere nuove cose. Sarà la latitudine... Ad ogni modo, ho avuto modo di visitare il Lolland, una delle quattro isole principali della Danimarca. Sono infatti sbarcato a RÆdbyhavn, la città più a Sud dell’isola. La Danimarca è un posto perfetto per andare in bicicletta: basti pensare che in tutto il paese la più grande altura è di 171 metri sul mare! Molte persone girano, come faccio io, in bicicletta; chi per sport, chi per andare a lavorare, chi per andare a scuola... Non sarebbe difficile fare il giro di tutta la Danimarca in due giorni: è grande più o meno quanto la nostra Lombardia, ed è pari a quaet’ultima anche in popolazione. Ad ogni modo ho conosciuto molti ciclisti, pedalando per l’isola. Ovviamente, parlavano tutti un inglese impeccabile(per fortuna, anche il mio è migliorato durante questo viaggio). Tra i vari ciclisti, ho conosciuto Adelwin che, venuto a conoscenza di quello che sto facendo, si è offerto per ospitarmi. Abita a Nysted, città marittima nel Sud dell’isola. In questa città è da visitare l’Aalholm Automobil Museum, un museo di automobili d’epoca, che ospita più di duecento auto. La guida consigliava di visitare il Knuthenborg Park, uno zoo nei pressi di Bandholm, che però non ho avuto il tempo di vedere. Ho avuto però il tempo di ammirare, nella città di Naskskov, il sottomarino U359, presente nel porto della città, antica sede di cantieri navali. Lungo 76 metri, per un altezza di 11 m e una larghezza di 6,5 m, il sottomarino venne costruito nel 1953 e rimase in servizio fino al 1989. E' visitabile sia all'esterno, che all'interno. In particolare, all'interno, un apposito sistema computerizzato audio/video ricrea i suoni autentici del motore e del sonar, le luci degli allarmi e le voci dell'equipaggio russo, ricreando un'atmosfera molto realistica di sottomarino in piena operatività. È possibile attraversare il sottomarino da cima a fondo, passando attraverso angusti passaggi e botole minuscole, passando dalla sala motori, alla sala comando, al dormitorio e alla sala missili, anche nucleari. La visita del sottomarino è sconsigliata ai claustrofobici. La cucina danese, per motivi di clima, non è molto ricca di verdure, ma soprattutto di pesce. Sono molto buone le tartine, di cui esistono oltre 200 tipi. Importanti tra i formaggi il Maribo, paragonabile all’Emmenthal, e il Danablu, paragonabile al Gorgonzola. Ma il meglio della cucina danese si ha nei dolci: importanti il Krasenkage ( una torta a strati di sfoglia e frutta), la Bondepige Med SlØr, dove da uno strato di pane e zucchero viene versata una crema di mele e pezzi di cioccolato. Servita fredda, con panna montata, diventa una pietanza davvero ottima. Molto bene mi è stato parlato dei dolci natalizi, ma non ho avuto occasione di assaggiarne nessuno. Famose sono le birre danesi. Tra le più importanti: la Ceres, la Tuborg e la Carlsberg. Ancora una volta sono su un divano, ma mi sento felice, perché sono arrivato dove volevo, e ho raggiunto la mia meta. Ora devo scoprire se ho scelto bene la mia meta. A domani...
11 Giugno – Il Falster
L’isola del Falster è magnifica, per le sue spiagge, che fanno invidia a tutte le altre spiagge del mondo. L’unico problema è che la temperatura è davvero bassa. Ma questo non mi ha impedito di farmi un bagno. Ho fatto bagni in Sardegna a Marzo, non sarebbe stata una semplice spiaggetta danese a sconfiggermi. La spiaggia di Maryelist, che si estende per oltre venti kilometri, è la più bella dell’isola. Evidentemente, le vacanze danesi non sono a Giugno, perché quando ho visitato la spiaggia questa era davvero deserta. Ma Marielyst è anche centro di attività turistico-balneari diurne e notturne. Indubbiamente, qui in Danimarca la natura è vissuta in modo rispettoso e poco invasivo rispetto allo sfruttamento territoriale cui siamo abituati dalle nostre parti. Questa sera dormirò nel mio sacco a pelo, visto che qui non ci sono iscritti al couchsurfing. Il clima mite mi fa sentire meglio, e non ho nessuna paura d passare qui una notte. Domani visiterò l’isola di Sjælland, quella su cui sorge la capitale, Copenhagen. Buonanotte, Morfeo mi richiama a sé...
12 Giugno – Il Sjælland
La Danimarca, come mi aspettavo, è davvero entusiasmante! I suoi paesaggi sono ineguagliabili, le sue opere d’arte sono veramente magnifiche. Oggi ho visitato il Sjælland, l’isola di Copenhagen, la capitale della Danimarca. Ma qui non c’è solo questo. Per prima cosa ho visitato la penisola di Stevns, che ha solo una spiaggia ciottolosa, e per il resto solamente suggestivi strapiombi che raggiungono anche l’altezza di 41 metri, dando poi un’occhiata alla Hojerup Kirke, una chiesa del XIV secolo, che ebbe, nel 1928, un crollo sulla parete posteriore.
La chiesa di Hojerup Kirke vista da davanti e da dietro, dal lato del crollo.
Dopo, ho visitato Næstved, capoluogo della Sællandia meridionale, fondato nel 1135. Questa città possiede il più antico municipio della Danimarca. Da vedere è anche la più grande chiesa gotica della Danimarca, la chiesa di San Peders Kirke. Ancora da vedere in questa città ci sono le Stendboderne, catapecchie medioevali di pietra caratterizzate da finestre murate ad arco, considerate le prime case a schiera della Danimarca, che ospitano musei della ceramica e delle vetrerie. Inoltre, è sempre da consigliare, in tutte le città il centro storico.
Sempre nei pressi di Næstved, è presente il castello di GavnØ, famoso per il suo parco, che occupa la bellezza di otto ettari, pieno di tulipani, fiori esotici e piante tropicali.
Il castello, costruito nel XIII secolo, fu prima un covo di pirati, poi un convento, e infine divenne la dimora della famiglia Thott. Oggi il castello è ancora abitata dai discendenti della nobile famiglia. All’interno del castello è presente anche un museo delle autopompe.
Da visitare ancora, nella città di Roskilde, è la cattedrale di Domkirke, costruita nel 1170 in mattoni rossi. Lo stile nettamente gotico la rende austera. E lo risulta ancora di più quando si viene a sapere che contiene i sarcofagi di tre sovrani danesi. Resta comunque una vera opera d’arte.
Sempre nella città di Roskilde, è consigliato agli appassionati di popolazioni nordiche il Museo delle Navi Vichinghe. Contiene molti resti di navi, la ricostruzione di una di esse, chiamata Skudelev(lunga 30 metri), reperti di ogni genere riguardanti la storia vichinga. All’esterno del museo, è presente un cantiere navale dove si lavora con gli stessi attrezzi utilizzati dai vichinghi nel 350 a.C., dove vengono realizzate copie di antiche navi. Inoltre, una piccola curiosità: è possibile compiere brevi gite su una copia di una nave vichinga, diventando veri rematori di un drakaar.
Ancora, è possibile visitare il Vallo Slot, un castello rinascimentale, fuori da ogni città, ma sempre nelle vicinanze di Roskilde. Si dice che il castello appartenesse ad una nobildonna, ma venne poi regalato da questa ad una associazione del tempo che si occupava di mantenere nobildonne che non si erano mai sposate e che quindi non si potevano permettere proprietà. Questo castello divenne la loro casa a partire dal 1738.
Un altro castello si trova a un quarto d’ora da Hillerod, una città del centro dell’isola; questo è il castello di Frederiksborg, che sorge su tre isolotti, collegati da ponticelli, in mezzo ad un lago.
Le sue origini vanno fatte risalire al 1562. Nel XVIII e XIX secolo assunse le funzioni di museo, poi tornò a diventare residenza reale fino ad un incendio devastante del 1859. Il castello venne poi venduto ad un privato, che lo rimise a nuovo, creando una fondazione, e nel 1878 lo riaprì, dichiarandolo Museo di Storia nazionale della Danimarca.
Nel cortile della seconda isola si trova, dal 1888, la copia della fontana di Nettuno del 1623 (l'originale fu trafugato dagli svedesi a Copenaghen e ora si trova a Stoccolma). Gli interni sono riccamente arredati con mobili preziosi, affreschi, arazzi e oggetti di interesse storico. Sulle rive del lago che circonda il castello, si trova un enorme parco barocco, commissionato circa un secolo dopo l'inaugurazione del castello. Oggi è considerato nel suo genere il giardino più bello dell'Europa del Nord, specialmente dopo la ricostruzione avvenuta tra il 1993 e il 1996, che lo ha riportato ai passati splendori.
Quando si pensa a William Shakespeare, si pensa subito alle sue opere più famose: Romeo e Giulietta, Otello, MacBeth e Amleto. Quest’ultimo è ambientato proprio nel castello di Krongborg, il castello che quest’oggi ho visitato. Il castello di Kronborg si trova nella città di HelsingØr, un porto turistico, a venti minuti di traghetto dalla Svezia, la cui costa è ben visibile. La fortezza è situata quasi a picco sul mare, ed è stato ricostruito e restaurato tre volte, a causa di incendi che lo distrussero quasi completamente. Oggi, alcune sale ospitano un museo marittimo. I lunghi ed intricati sotterranei del castello sono chiamati casematte, cunicoli scuri, illuminati solo con lampade ad olio, dove pattugliavano i soldati (Kronborg era infatti una fortezza difensiva). In una delle casematte si trova la statua di Holger Danske, il gigante eroe vichingo dormiente. Secondo la leggenda egli si risveglierà per difendere il territorio danese nel caso in cui la Danimarca dovesse trovarsi in estremo pericolo.
Quest’oggi sono poi riuscito a visitare un ridente paesino di pescatori, Gilleleje. Sono riuscito a visitarlo solo con la sera, quindi il cielo sembra molto scuro, ma da qui ho potuto vedere un magnifico tramonto danese, con il sole rosso che tramonta nel mare cristallino. È uno spettacolo davvero incantevole, che mai mi sarei aspettato di vedere. È stato semplicemente magnifico. Ora sono qui, nel letto offertomi da un abitante di questo luogo che(mi sembra impossibile), nonostante l’età, mi ha chiesto di restare da lui per stasera in un perfettissimo inglese. Beh, buonanotte. Non sono riuscito a visitare Copenhagen, la capitale, quindi lo farò domani.
13 Giugno – Copenhagen
Oggi ho visitato la città che ho sempre desiderato vedere: Copenaghen (København in danese), la capitale della Danimarca. Il nome della città in danese è una corruzione di Købmandshavn, che significa Porto dei Mercanti. Si trova in parte sull’isola di Sjælland e in parte sull’isola di Amager, alla quale è collegata con canali e ponti. Sui 5 milioni di abitanti della Danimarca, quasi 2 milioni vivono nell'area di Copenaghen; di queste, cinquescentomila vivono nel comune 1,8 milioni di persone vivono nell'area metropolitana di Copenaghen; di queste, cinquecentomila vivono nel comune di Copenaghen, novantamila nel comune di Frederiksberg, altre cinquecentomila nella Contea di Copenhagen, e le restanti in comuni vicini. La regione di Øresund, che consiste nella Sjælland orientale e nella Scania occidentale (in Svezia), ha una popolazione di 2,8 milioni di persone.
Copenaghen viene costantemente classificata come una delle migliori città del mondo come qualità della vita in diversi sondaggi internazionali, nonostante l'alto costo della vita. Strøget, la lunga via pedonale commerciale nel centro di Copenaghen, è la più lunga del suo tipo in tutto il mondo. È davvero lunghissima, con negozi sparsi dappertutto, ma anche un gran numero di opere d’arte.
Se la Danimarca è il regno della ragione, come dice il detto, allora Copenaghen è la metropoli dell'educazione e della civiltà. I suoi abitanti le praticano entrambe, sia tra di loro che con i visitatori stranieri. Tutti sono contagiati dalla buona educazione danese, turisti compresi.
A Copenhagen, città di altissima cultura, sono presenti diversi musei e opere artistiche. Il museo più importante è l’Arken, che potrebbe sembrare il nome di un territorio in una favola nordica, ma in verità è il Museo di Arte Moderna più importante della Danimarca. È situato nel quartiere di Ishøj, nella parte sud della città, l’Arken è uno dei più recenti ed interessanti progetti culturali della città. È stato infatti inaugurato nel marzo del 1996, in occasione della nomina di Copenhagen come capitale europea della cultura. Nell'edificio, che ha l'insolita forma di una nave (da cui il nome Arken, L'Arca), vengono ospitate, oltre a numerose mostre ed esposizioni di arte moderna, anche iniziative ed attività artistiche e culturali. Il museo copre oltre 9.200 mq di superficie, suddivisa in spazi riservati alle esposizioni, al cinema, al teatro e ad una caffetteria, dalle cui vetrate si possono ammirare le dune di sabbia della vicina spiaggia.
Il secondo monumento che ho potuto vedere, del quale consiglo la visita, è il Palazzo di Amalienborg, che dal 1794 è la sede della residenza reale danese. Il complesso è costituito da quattro palazzine in stile rococò che racchiudono una piazza ottagonale al cui centro si erge un monumento a Federico V, realizzato dallo scultore francese Jacques-François-Joseph Saly. L'idea di questa piazza nacque nel 1749, quando il grande maresciallo di corte, il conte Adam Gottlob Moltke, persuase re Federico V a dare alla città un giardino per realizzarvi un quartiere residenziale ideale. Il quartiere, chiamato Frederiksstaden, e le palazzine furono progettate dall'architetto Nicolai Eigtved. In origine le quattro palazzine dovevano essere abitate da quattro famiglie aristocratiche, ma dopo un incendio nel palazzo di Christiansborg nel febbraio 1794, la famiglia reale le acquisì e vi si trasferì.
Il castello di Christiansborg, appunto, era, anticamente, la residenza reale. A vederlo oggi, è difficile immaginare i secoli di storia che questa struttura riassume in sé. Sulle rovine dell'antica fortezza del XII secolo, che diede origine all’intera città di Copenaghen, sono state erette, distrutte, e poi ricostruite diverse residenze reali, dal XV secolo al secolo scorso, quando i reali, come ho già detto prima, si trasferirono nel palazzo di Amalienborg. Oggi il castello ospita il parlamento, la Corte Suprema, gli Uffici del Governo, oltre alle sale di rappresentanza degli ex appartamenti reali, lussuosamente arredati anche con opere recentemente scampate a distruzioni precedenti. Da notare nel complesso quanto ancora resta delle precedenti costruzioni: il cortile del maneggio;la neoclassica Cappella di Corte, con statue dello scultore danese Thorvaldsen; il settecentesco Teatro di corte, che ora ospita un museo dedicato alla storia del teatro; le scuderie reali, settecentesche, con annessa una raccolta di carrozze.
Sempre a Copenhagen, città piccola ma molto densa(in tutti i sensi), è da visitare il quartiere autogovernato di Christania, noto anche come Città Libera di Christania. Il quartiere nacque nel 1971, quando un gruppo di hippie occupò quest’area, all’epoca costituita da edifici militari abbandonati. Tra questa persone, una delle persone più influenti era Jacob Ludvigsen, che pubblicava un giornale anarchico, e annunciò ampiamente la proclamazione della Città Libera. Per anni lo status legale della zona è rimasto avvolto nel limbo, mentre il governo danese tentò, senza successo, di rimuovere gli occupanti.
Il quartiere è accessibile solo attraverso due ingressi principali, e non è permesso l'accesso agli autoveicoli. Ho avuto molte difficoltà persino per poter passare con la mia bici. Inoltre, è severamente proibito l'utilizzo di macchine fotografiche o fotocamere digitali.
Famosa per la sua via principale, la Pusher Street, dove l'ashish veniva venduto in chioschetti permanenti fino al 2004, Christiania ha comunque delle regole che vietano le droghe pesanti. Ha negoziato un accordo con il ministero della difesa danese (ancora proprietario del terreno) nel 1995, e i residenti non devono pagare tasse. Il futuro di Christiania rimane incerto, in quanto le autorità danesi continuano a premere per la sua rimozione. Il quartiere però, affascina come nessun altro. Ha quel suo odore di rivoluzione che a tutti gli altri manca, e che entusiasma indescrivibilmente. Qui la gente è vestita in modo ancora più sobrio, se possibile, del resto di Copenhagen e del resto della Danimarca. I danesi, infatti, sono molto sobri nel vestire, così come i tedeschi delle regioni più a Nord. Vestono solo dello stretto indispensabile: un paio di pantaloni, una camicia o una maglia, senza seguire una moda precisa.
Dopo questo quartiere rivoluzionario, ho visitato il secondo museo di Copenhagen per importanza, il Ny Carlsberg Glyptotek, un museo che espone un gran numero di opere di autori famosi, come Gaugin, Millet(autore de La Morte E Il Taglialegna, una delle opere più importanti presenti nel museo), Toulouse-Lautrec. Fu costruito tra il 1892 e il 1906, partendo dall’area frontale, inaugurata nel 1893, all’edificio che ospita la collezione egizia, una gran quantità di quadri impressionisti e, dal 1996, una collezione di ceramiche di Gaugin.
La creazione di questo museo si deve alla generosità della famiglia Jacobsen, a capo di questa dinastia fu Jacob Christian Jacobsen che accumulò una considerevole fortuna come produttore di birra. Jacobsen iniziò per primo la sua collezione di opere, preferendo le statue antiche. Fu succeduto dal figlio Carl che, nonostante delle dispute con il padre per il destino della loro fabbrica di birra, si prese molta cura del museo, aggiungendogli un giardino invernale, che gli ricordasse la casa di suo padre.
Quando si è a Copenhagen, non si può non passeggiare per il porto di Nyhavn, sul lungomare, guardando la statua della Sirenetta, ispirata alla fiaba di Hans Christian Andersen, simbolo della città. La statua, di bronzo, ha subito negli ultimi anni, molti atti vandalici, l’ultimo del quale le tagliò la testa. Dopo questo la Polizia intervenne, prendendo i vandali. La Sirenetta è così stata sostituita con un’altra, identica, ma costruita in un unico blocco di bronzo lavorato. La statua è un simbolo: la Sirenetta, con la sua espressione dispersa, è stata rifiutata dal mare(in quanto non aveva voluto appartenere ad esso), dalla terra(perché non apparteneva a lei), quindi viene trasportata dal vento, trasformata in schiuma del mare. Questo inquietante pensiero non toglie magia alla statua e non ne fa calare l’interesse. Anzi, ci stimola a pensare, e ci affascina. E ci lascia nei nostri pensieri, sfuggendoci da davanti agli occhi.
Ora sono da Philippe e Daphne, due giovani sposi, sonnecchiante sul comodo divano che mi è stato dato in prestito. Sono entrambi ottimi conoscitori dell’italiano, che hanno deciso di studiare per non so quali motivi. Conoscono a fondo anche la cucina italiana, dati i piatti che mi hanno offerto(i tipici spaghetti al sugo e una variante con cozze e gamberetti). Ora riposerò un po’, domani mi aspetta un’altra isola: l’isola di Mon.
14 Giugno – Mon
Mon, sebbene piccola, è un’isola piena di attrattive. Ci sono davvero tante cose da vedere qui. La prima cosa che ho visto è-tanto per cambiare- una chiesa, la chiesa di Elmelund Kirke. È la più antica chiesa dell'isola di Mon ed è ricoperta quasi totalmente da affreschi policromi del Maestro di Elmelunde. L'artista del XV secolo, di cui non si conosce il vero nome, realizzò scene bibliche, talvolta macabre, con la tecnica molto resistente della applicazione 'a fresco', cioè sull'intonaco ancora umido dei muri. Il risultato, oltre ad essere duraturo, è molto vivido, le tonalità dei rossi, dei gialli e dei verdi sono così brillanti da sembrare appena uscite dalla tavolozza dei colori. Il Maestro di Elmelunde fu un pittore molto richiesto in zona, come dimostrano le numerose chiese da lui decorate sulla stessa Mon e su altre isole danesi.
Un’altra importante chiesa, affrescata dallo stesso Maestro di Elmelunde, è la Fanefiord Kirke. I vividi affreschi rappresentano scene di vita quotidiana, come i pettegolezzi di due donne, osservate zelantemente dal diavolo. Poiché la gente del luogo non sapeva leggere, gli affreschi erano un ottimo modo per descrivere gli ammonimenti e gli insegnamenti biblici.
La chiesa si trova immersa in un panorama bucolico di rara bellezza e tranquillità, tra campi di grano e stradine semideserte.
Nelle vicinanze delle due chiese, è presente il più grande dolmen della Danimarca, il Grønjægers Høj. Formato da 145 pietre massicce, Grønjægers Høj affascina tutti quelli che lo vedono. È un luogo magnifico, quasi mistico. Luogo di sepoltura del “cacciatore verde” con la moglie, risale probailmente a 5500 anni fa. La tomba a tre camere, lunga 100 metri e larga 10 è una delle meglio conservate. Tuttavia oggi questo luogo è scarsamente segnalato dalle cartine e un po' abbandonato a se stesso. Dista solo pochi metri da una fattoria (sullo sfondo), e dai campi coltivati.
Scendendo di qualche kilometro –volendo, percorribili anche a piedi- si incontra il pittoresco villaggio di pescatori di Klinthon Havn, nell’aspra costa meridionale. È un ridente paesino, pieno di caratteristiche casette colorate a graticcio. Io, personalmente, consiglio una visita al porticciolo, pieno di barche da pesca, tutte numerate l’una dopo l’altra. Appena tornati da una fruttuosa pesca di sogliole, i pescatori scaricano dalla nave i pesci, inserendoli subito nelle cassette ricolme di ghiaccio, pronte per essere spedite altrove. Gli abitanti del paese fanno la fila per comperare il pesce fresco, anche se qui non è per niente difficile trovarne, essendo un centro che si basa principalmente sulla pesca.
Un’altra particolare attrattiva del luogo è il castello con il tetto di paglia di Liselund Slot, costruito nel 1795. Il castello è circondato da un bellissimo parco tra laghetti e piante rare. Vi si trovano curiosi edifici tra cui la casa elvetica, in cui Hans Christian Andersen – lo stesso autore della Sirenetta - scrisse “La piccola fiammiferaia”. Il posto sembra intoccabile, niente lo potrebbe rovinare. Ovviamente il silenzio è d’obbligo.
Salendo ancora verso Nord, si trova uno sterminato e incontaminato parco protetto.
Un piccolo ponte porta all'isoletta di Nyord dove si osservano rare specie di uccelli.
L'isolotto di fronte è occupato da una colonia di 3000 cormorani, attratti dai fondali pescosi. Questi uccelli, al momento del loro decollo, rendono l’atmosfera magica e densa, e la gente rimane davvero incantata, immersa nel rumore dei versi dei cormorani e dei sorrisi delle coppiette danesi che osservano il magnifico paesaggio. Prima di giungere qui, ho visto una splendida spiaggia dalla sabbia bianca e ricoperta, tutto intorno, da vegetazione, la spiaggia di Ulshvale(che in danese vuol dire coda di lupo, data la sua forma). Ovviamente, ho approfittato dell’occasione per farmi un bagno, con il mio costume che ho sempre appresso.
Infine, quest’oggi sono riuscito a visitare un’isoletta vicina a quella di Mon: MØns Klint. Quest’isoletta è da tenere a mente per i suoi strapiombi, un po’ come la Hojerup Kirke, nel Sjælland, che ho già visitato qualche giorno fa. Questi strapiombi raggiungono l’altezza di 130 m, per una lunghezza di 12 km. Una spiaggia si trova esattamente alla fine di questi strapiombi. Per arrivarci c'è una scalinata in legno lunghissima, cinquecento scalini, tutta in mezzo al bosco. Si parte dalla sommità della scogliera, il dislivello è davvero elevato(la risalita perciò è piuttosto faticosa).
Rimarrò qui per questa notte, non visto che non ci sono persone che possono ospitarmi. Dormirò su questa spiaggia, e ne approfitterò per fare un bagno di mezzanotte. Domani visiterò l’ultima isola rimastami: la Fionia. Il clima mite, il rumore del mare, la vista delle