La colpa non è solo dei genitori, perché i ragazzi non crescono solo con i genitori. Gran parte della loro vita è condotta fuori dalla famiglia. E fuori dalla famiglia, si sa, non c'è solo il bene: ci sta il male, pronto ad impadronirsi della personalità di un ragazzo non maturato, ancora malleabile, vulnerabile.
Il ruolo della famiglia è molto importante per non lasciare i ragazzi allo sbando, ma non sufficiente.
E' un problema davvero consistente, e penso io che l'insieme di scuola, famiglia, genitori, amicizie (società nella sua globalità) faccia il tutto, ma una componente importante, a mio avviso, risiede anche nell'indole, nella propria interiorità. Penso che, in fin dei conti, si possa anche crescere in un ambiente in cui non vige il bene e venir su maturi e responsabili. Molti altri, vissuti nelle famiglie più agiate, sono stati influenzati più facilmente dal male.
Non sono madre, ma suppongo che il ruolo dei genitori ad un certo punto divenga limitato: i ragazzi sono vite a sé, sono persone che crescono e formano la propria personalità, e per poterlo fare devono entrare in contatto con la realtà in cui vivono. Penso che se un ragazzo ha già di per sé un'indole forte non si lascerà influenzare facilmente dal male che lo circonda.
Tuttavia, sono d'accordo sul fatto che i valori siano andati molto a perdersi, perché probabilmente oggi si legittimano di più problematiche che prima, invece, costituivano ancora dei tabu, problemi che sono sempre esistiti, ma che oggi vengono legittimati e che non rappresentano più dei mali contro cui lottare per formare la propria personalità.
L'educazione è una gran bella realtà!