L'alba appare,
ai miei occhi sonnolenti,
grigia come i miei pensieri.
Alberi spogli,
senza apparente vita,
si mescolano tra la nebbia,
in un rituale ormai quotidiano.
Chiudo gli occhi e ritorno bambino,
quando, a piedi nudi,
giocavo per le strade,
calde dal sole.
Ricordo ancora il mio primo amore,
le sensazioni che provavo,
la sua purezza dipinta sul suo viso.
Ci scrivevamo piccoli foglietti di carta
e li lasciavamo,
forse all'unico calzolaio del paesello.
Ogni foglietto un brivido,
un tremore per tutto il corpo,
un sorriso che si apriva
come il sole tra le nuvole bianche.
Ero un bambino
ed amavo la sua purezza,
baciarla significava violentarla,
violentare quella bellezza
che viveva dentro di lei.
Quelle poche volte che
riuscivamo a vederci,
l'incontro dei nostri sguardi,
era il linguaggio del nostro amore,
un linguaggio semplice,
senza domande,
senza risposte,
lo vivevamo senza la complicità del pensiero,
lo sentivamo dentro di noi,
come il battito del cuore,
che una futura madre,
sente nel proprio ventre.
Ormai la nebbia,
ha invaso i miei occhi stanchi,
ma il sole di quei ricordi,
rimane immenso dentro di me.