Percorrevo quella strada,
abbracciata da montagne superbe,
ammantate come per magia,
da candida neve,
sulla quale il sole posava le sue labbra.
Sentivo, dentro di me,
il profumo intenso del mare,
il respiro violento delle montagne,
come se volessero punirmi
per averli abbandonati
per tutto quel tempo,
forse 30, forse 40 anni!
Ero un bambino
e con le lacrime agli occhi,
lasciai" Il mio Paesello ",
" le mie Montagne ","Il mio Mare ".
Lasciai quei luoghi
dove i cambi di stagione
si sentivano nel'aria, nella terra,
dove i fiori profumavano di fiori
ed il grano, accarezzato dal vento,
imitava le onde del mare.
Pensavo, ingenuamente che,
ogni paesello avesse il proprio cielo,
ed io ero geloso del mio, era solo mio.
Ricordo ancora, quando mio nonno,
seduto accanto al camino,
mi prendeva sulle sue ginocchia
ed io ascoltavo, affascinato,
i suoi racconti della guerra vissuta,
fino ad addormentarmi,
tra una carezza ed un'altra,
delle sue ruvide ed incallite mani.
Quanti ricordi, quanta gioia e quanta tristezza,
nel ricordare la mia infanzia!
Il sole stava tramontando,
dietro il bianco manto delle montagne
e mi ritornò in mente, con un lieve sorriso,
quando da bambino pensavo che,
la neve era la coperta del sole
e le montagne il suo giaciglio.
La luna cominciava a fare capolino,
" La mia Luna " unica testimone
del mio primo casto bacio, del mio primo amore.