iniziò a correre per la casa, riempiendo una valigia gigantesca per l'euforia, poi improvvisamente una mano la bloccò, qualcuno la buttò sul letto e si lasciò cadere sopra di lei mentre non riusciva a smettere di ridere e si sentì dire:" se fai così non ti porto, sappilo! hai riempito una valigia come se dovessi star via tre settimane, invece stiamo via neanche due giorni, quindi er favore adesso io ti lascio alzare ma tu la svuoti e prendi quella piccola, ti concedo due paia di pantaloni due maglie e un vestito, se proprio vuoi metterlo. non più di due paia di scarpe e nient'altro, capito?"
Marta lo fissò come se le stesse chiedendo di tagliarsi una mano, mise il broncio come i bambini, ma lui aveva imparato a non farsi mettere in soggezione, quindi continuò a fissarla con convinzione. alla fine lei acconsentì e fece come le era stato chiesto, poggiò la valigia a terra e si allungò al suo fianco, poi gli disse: "sei cattivo, lo sai?"
"no, non lo sono. non puoi occupare metà della macchina con le tue cose, o non ci staranno le mie. sai, io dovrei portarne molte, visto che mi trasferisco qui. e poi, non ti servirebbero. non avrei nemmeno il tempo di metterli, i vestiti. ho deciso che ti terrò chiusa in casa mentre io andrò in ufficio, ho paura che qualcuno ti rapisca. soprattutto visto il modo in cui ti vesti. tu sei mia, solo mia, te lo ricordi questo?"
"non è giusto! io adoro vestirmi così, ma lo faccio solo per te, lo sai che non voglio nessun altro, figurarsi poi qualcuno che sta così lontano da me, proprio quando il mio amore si trasferisce e finalmente lo vedrò ogni giorno!"
"Mmm... questa prospettiva mi piace, devo dire che hai proprio ragione, allora forse potrò lasciarti uscire...adesso però vieni qui, piccola pazza!"
e di nuovo iniziarono a rotolarsi sul letto, a ridere insieme, felici e spensierati, ma lei si fermò e gli disse:" senti, qui il pazzo sei tu se pensi di non dormire questa notte. domani devi guidare, quindi adesso chiudi gli occhi e stai zitto, capito?volendo, domani mattina potrai dimostrarmi quanto hai riposato e come sono buoni i tuoi riflessi, chiaro?"gli sorrise e aspettò che chiudesse gli occhi, poi fece lo stesso e di nuovo tutti i suoi sogni furono rosei e sereni, perchè si stavano realizzando per davvero.
quando la sveglia suonò sembrava che fossero appena andati a dormire, ma saltarono entrambi giù dal letto, presero le valigie, si chiusero la porta alle spalle e andarono a prendere la macchina. si fermarono in un bar vicino all'autostrada a fare colazione, poi iniziò il viaggio.
Marta aveva portato con sè i suoi cd, fatti a posta per quelle occasioni, pieni di musica di ogni genere ma scelta con cura, mise gli occhiali da sole e si rilassò sul sedile, guardava fuori e vedeva tutto il futuro stendersi in mezzo al paesaggio. le sembrava ci sarebbe stato il sole, da quel momento in poi.
fecero una sola sosta, per un caffè e una sigaretta, poi ripartirono e arrivarono che era ora di pranzo, andarono a casa di Marco e lei cucinò mentre lui iniziava a preparare le cose che doveva portare con sè, avevano il pomeriggio libero e la sera erano invitati a casa dei rispettivi genitori, si sarebbero visti dopo cena, ma erano entrambi troppo felici per preoccuparsene. avevano deciso inoltre che il giorno successivo lei l'avrebbe accompagnato in ufficio e appena avessero caricato tutto in macchina sarebbero ripartiti, in modo da non arrivare troppo tardi e potersi riposare prima di tornare al lavoro il martedì.
pranzarono e poi si rilassarono un po', ognuno agitato per la propria serata, nessuno di loro sapeva come ne sarebbe uscito, dopo aver comunicato ai loro genitori che lui si trasferiva e che avrebbero vissuto insieme. ma in fondo, sapevano anche che non avevano bisogno dell'approvazione di nessuno, erano loro a dover essere felici e lo erano. il resto passava in secondo piano. decisero di passare il pomeriggio al mare, a Marta mancava sempre moltissimo e vi andava ogni volta che le era possibile, l'aria settembrina sembrava ancora estiva e il sole era ancora abbastanza caldo, così si allungarono sulla spiaggia, per fortuna era stata previdente e aveva messo anche il costume in valigia, poi azzardarono un bagno che nessuno intorno a loro aveva avuto la folle idea di provare. l'acqua di certo non era calda, ma la sensazione di dominio totale che se ne otteneva era imperdibile, così si allontanarono dalla riva fin dove non riuscivano a toccare il fondo e si lasciarono andare alla corrente, fino a che persero la concezione del tempo e quando tornarono indietro e andarono a prendere la macchina scoprirono che al solito sarebbero arrivati in ritardo alle rispettive cene, ma almeno sarebbero stati affamati in modo che nulla sarebbe andato sprecato. mezz'ora dopo erano seduti a tavola, a qualche chilometro di distanza, e dicevano le stesse parole. anche le reazione furono simili, sbigottimento, confusione, rabbia, poi quando videro la felicità che traspariva dagli occhi dei loro figli, entrambe le famiglie diedero il loro consenso, e come loro avevano previsto furono ben contenti che il loro sogno potesse finalmente realizzarsi.
quando si ritrovarono, qualche ora dopo, erano entrambi soddisfatti e grati, ben consapevoli di quanto fossero fortunati.
passarono la notte a fare l'amore, dormendo ogni tanto e svegliandosi spesso non ancora appagati, poi, quando il sole sorse, entrambi decisero che non avrebbero potuto rispettare il programma del giorno prima. erano troppo stanchi per viaggiare, così Marta propose che lui facesse come si era detto e andasse in ufficio e caricasse la macchina, lei ne avrebbe approfittato per riposare qualche ora in più in modo che avrebbe potuto guidare senza correre rischi inutili, e così fecero. quando lui tornò lei era fresca e riposata, di nuovo non aveva avuto nessun tormento, tutto era pronto e dopo aver preparato un paio di panini e vuotato il frigo, partirono. di nuovo, la musica era scelta per un viaggio e mentre lui si rilassava dal lato passeggero, lei guidava serena verso il proprio futuro. il sole le batteva negli occhi senza darle fastidio, ogni mostro sembrava relegato nel profondo dell'anima e forse non ne sarebbe più uscito, ma soprattutto era sicura che se anche fosse successo, Marco l'avrebbe protetta. non sarebbe più stata sola. il loro mondo tornava ad unirsi, le loro strade finalmente combaciavano e tutto il resto non sarebbe stato un problema. tutto sarebbe andato per il meglio.
con quella certezza nel cuore, il posto che potevano entrambi ormai chiamare casa sembrò più vicino del solito, il viaggio più veloce che mai e il vuotare le valigie insieme, fare posto alle sue cose nell'armadio, una sensazione così bella ed appagante che quasi sembrava irreale. furono le sue braccia calde che la stringevano, quelle labbra che incontravano le proprie a rendere tutto vero.
avrebbero finalmente potuto camminare insieme. per le stesse viuzze. sotto le stesse stelle o sotto la stessa pioggia. si sarebbero svegliati nello stesso letto, avrebbero mangiato insieme, avrebbero vissuto insieme. e non avevano sbagliato, a credere che il destino volesse vederli uniti.