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QUASI UN MADRIGALEIl girasole piega a occidentee già precipita il giorno nel suoocchio in rovina e l’aria dell’estates’addensa e già curva le foglie e il fumodei cantieri. S’allontana con scorreresecco di nubi e stridere di fulminiquest’ultimo gioco del cielo. Ancora,e da anni, cara, ci ferma il mutarsidegli alberi stretti dentro la cerchiadei Navigli. Ma è sempre il nostro giornoe sempre quel sole che se ne vacon il filo del suo raggio affettuoso.Non ho più ricordi, non voglio ricordare;la memoria risale dalla morte,la vita è senza fine. Ogni giornoè nostro. Uno si fermerà per sempre,e tu con me, quando ci sembri tardi.Qui sull’argine del canale, i piediin altalena, come i fanciulli,guardiamo l’acqua, i primi rami dentroil suo colore verde che s’oscura.E l’uomo che in silenzio s’avvicinanon nasconde un coltello fra le mani,ma un fiore di geranio.Salvatore Quasimodo