Buongiorno a tutti, il mio di giorno era partito bene... per deludermi strada facendo.

Questa mattina di buon grado mi sono affrettata a preparare il pranzo così, cotto e pronto per essere mangiato, aspettava solo di essere riscaldato al momento giusto.

L'idea mi balena improvvisamente e cerco di mantenerla viva, perché come adeguato era l'orario, adeguatamente pronta ero io.
Mi spiego: decido di recarmi, con una gradita passeggiatina, al Centro Trasfusionale per una donazione di sangue

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"Caspita, ci vado" mi dico, "perché se aspetto la telefonata dell'addetta, alias segretaria dell'AVIS, me la faranno fare non si sa quando, visto e considerato che è da dicembre scorso che non effettuo una donazione, e sempre per mia iniziativa.

Così, fiduciosa, entro nel reparto e diversamente dal solito, già da lontano intravedo una marea di gente, mentre si insinua in me quel dietro-front che di lì a poco avrei effettuato.

Più mi avvicinavo più percepivo lamentele e malcontento di qualche altro donatore, e quando feci presente del tempo trascorso dall'ultima volta, è stata messa in dubbio, dalla suddetta "inesperta", l'inesistente loro chiamata, perché molti non rispondono alla vista di un numero privato, dice lei.

Una schiocchezza del genere se la poteva risparmiare, rifletto io, e così, visto l'andazzo e l'attesa non di poco che avrei dovuto sostenere, ho replicato che "non era giornata, ed era meglio che me ne andassi".

Un'altra persona aveva più bisogno di me come già sapevo che mi stava aspettando.

Capisco la mia esagerazione... ma l'amarezza nasce da una precedente delusione dell'Associazione.