Non mi considero un'esperta di film, proprio per nulla...un'appassionata sì, un'esperta no. Sta di fatto che qualche giorno fa ho visto la locandina di "Il Cigno Nero", ho letto la trama e non so per quale motivo questo film mi ha attratto subito. Forse anche per il gran parlare che se ne è fatto. Così, appena tornata a casa, mi sono collegata a youtube e ho guardato il trailer. Dopo aver guardato il trailer ho scaricato la colonna sonora, me la sono ascoltata da cima a fondo e ho deciso di andarlo a vedere al cinema. Prima di tutto la trama, per come alcuni l'hanno raccontata sembrerebbe nulla di che. Insomma, ho letto articoli in cui la trama era più o meno così: "La ballerina Nina sogna il successo che arriva quando il coreografo della sua compagnia di ballo le assicura il ruolo di prima ballerina in 'Il lago dei Cigni' nel quale Nina dovrà interpretare sia Odette che la sua gemella malvagia, il cigno nero. Da questo momento in poi inizierà per Nina una dura lotta che la porterà all'autodistruzione." Cioè, dai, descritta così sembra la trama di uno di quei classici filmetti senza nè capo nè coda. Ma questo film è molto di più della visione di una ballerina che impiega tutta se stessa nel recitare un ruolo che non si misura con la sua personalità. E' un film che racconta drammaticamente la psicologia umana. Alcuni l'hanno definito quasi diabolico, satanico e forse sì, questi sono i termini più giusti. Nina non è solo una ballerina che ricerca il successo, in questo film Nina è una ballerina che ricerca la perfezione, quella perfezione che si nasconde in ciò che è oscuro e malvagio. Nina è una ballerina alla ricerca, dapprima inconsapevolmente, poi prendendo sempre più coscienza di se stessa, del male che alberga in lei, di quel "cigno nero" pronto a distruggere tutto pur di ottenere ciò che vuole. Nei suoi momenti di pura follia, di visioni ed immaginazione, Nina vede se stessa fare ciò che è considerato eticamente o moralmente sbagliato, vede la persecuzione nei suoi confronti, vede il suo zampino in tutto ciò che di male succede. Ed è questa ricerca del male, che tramonta poi nel ritorno al bene, che segnerà la sua distruzione. Nina non assume solo il ruolo del cigno nero, oltre che quello del cigno bianco, ma lo fa vivere in se stessa. Sono i due cigni, le due contrapposizioni, il bene e il male che cominciano ad albergare in lei, a combattere una dura lotta per la sopravvivenza. Solo nel finale Nina si rende conto che uno dei due dovrà cedere. Ma a Nina non importa quale, perchè ha trovato la perfezione, la perfezione della sua esecuzione, l'equilibrio tra i bene e il male. Nina è diventata come gli altri: non è più il dolce, innocente e candido Cigno Bianco. Ora è anche il sensuale e aggressivo Cigno Nero. E proprio come il Lago dei Cigni è un crescendo d'emozioni, inizia con una "calma" piatta, nel senso che si apre semplicemente con una festa di compleanno, quindi niente ansia o preoccupazione, solo gioia e si sviluppa con moti sempre più "ansiosi", chiamiamoli così, allo stesso modo Il Cigno Nero inizia in modo allegro, candido, per poi aumentare la velocità, fino al punto in cui lo spettatore, esattamente come Nina, non riesce più a distinguere la realtà dall'immaginazione. E anche il finale, beh non dovrei dirlo per chi non l'ha ancora visto, ma..inizialmente, questa per lo meno è stata la mia impressione, sembra mostrare l'ennesima allucinazione, sembra dare una speranza: "è tutta un'illusione, in realtà non è successo nulla", è quello che mi sono detta io. E invece no. Invece è la realtà. Insomma, realtà e allucinazione si mescolano e si intrecciano inevitabilmente fino alla fine, e anche dopo l'ultima allucinazione di Nina, lo spettatore continua a credere che tutto sia finzione, che nulla sia accaduto sul serio, perchè ci si perde in quel vortice di realtà e fantasia che finisce per rendere Nina così drammaticamente perfetta. In ogni caso questo film è bello da paura! Sì, da paura! Ma non quella paura che si ha quando si guarda un horror, ma quella paura, quei brividi che vengono quando un film fa riflettere. Quando siamo portati a pensare a quanto rapidamente un Cigno Bianco possa trasformarsi in un Cigno Nero, forse involontariamente, forse spinto dagli altri, come Nina, ma quello che importa non è il perchè o il come, è il fatto che succede. Succede e basta. "La Perfezione non deriva solo dal controllo. Bisogna lasciarsi andare.", questo è ciò che il Coreografo dice a Nina. E Nina ubbidisce, smette di controllarsi, di essere la brava ballerina gentile e si lascia andare, si lascia andare alle ossessioni e ai peggiori istinti fino a rompersi completamente, ad infrangersi come una bambola di porcellana. E oltretutto secondo me Darren Aronosfky rappresenta bene questi cambiamenti di Nina, dai graffi e i tagli che Nina a volte si fa sul serio, altre volte sono frutto della sua immaginazione, ai diverbi con la ballerina rivale, Lily, che altro non sono che lotte con se stessa, con quel Cigno Nero che vuole prevalere. Fantastica è la scena in cui, Nina chiusa in camera sua, ha un allucinazione in cui vede il suo corpo trasformarsi in un cigno nero, segno della metamorfosi che sta avvenendo nel suo animo, trasformazione che avrà un culmine sul palco, quando finalmente, davanti agli spettatori, Nina riesce ad essere suadente e aggressiva come un cigno nero. E anche qui i suoi occhi vedono le sue braccia trasformarsi in un paio di magnifiche ali nere. Un altro fatto interessante secondo me è anche la scelta di Darren Aronosfky riguardo al balletto. Il regista sceglie infatti di introdurre la versione non originale del balletto, ovvero quella che include la Morte del Cigno. Nella versione originale infatti il principe Sigfrido lotta con il malvagio Rothbart e, strappandogli un ala, lo priva del suo potere magico uccidendolo. Sigfrido chiede perdono ad Odette e per i due innamorati iniziano i festeggiamenti. Nella versione postuma, invece Odette si suicida dopo aver scoperto il "tradimento" di Sigfrido, ingannato da Odile (il Cigno Nero)...Solo uno dei due cigni sopravvive... Inoltre nell'originale Odile è semplicemente la figlia di Rothbart, in tutto e per tutto uguale simile a Odette, ma non sua gemella. Aronosfky invece la fa apparire come la gemella cattiva di Odette, come se Odile e Odette fosse le due parti di un'unica anima, rendendo ancora più credibile la lotta tra la vera Nina e la sua parte malvagia, nascosta. Nonostante inizialmente abbia pensato "perchè mai hanno fatto tutta questa pubblicità di un film del genere", nell'evolversi della storia il film mi è piaciuto sempre di più, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. E' un film su cui c'è molto da riflettere, un film impegnativo e con una trama semplice in superficie ma con tematiche di base molto profonde e controverse. Ammetto di non aver resistito alla tentazione di vederlo su internet prima di andare al cinema ieri sera, ma visto sul maxi-schermo è davvero tutta un'altra cosa! Bello, bello bello!!!!!
