Capitolo 1
“sveglia scemo!”
Leo si rivolto nel letto e si mise una mano tra i suoi capelli neri, come se volesse riprendersi il sogno che aveva lasciato.
“oh! Ti muovi o no?!?” urlò ancora il padre “18 anni persi…”
“mmm… che ca**o vuoi ora?”
“sbrigati che sono le otto e mezza… dovevi essere a lavoro già da un pezzo..”
“crist…”
Si catapultò dal letto e si infilò in fretta e furia i suoi jeans da carpentiere e la maglietta, ormai sporchi fino all’esasperazione, cercò di lavarsi i denti alla meglio e poi corse davanti casa dove la sua panda 750 l’aspettava. L’aveva presa usata grazie al suo primo stipendio, anche se non stava comodo essendo molto alto e robusto per la sua età, ma l’amava come se fosse sua sorella perchè era il frutto dei suoi primi due stipendi; non era un granchè come auto, ma l’unica cosa che aveva di decente era l’impianto audio, unico lusso che Leo volle permettersi.
“meno male che ci sono le chiavi attaccate”
Mise in moto e partì senza pensarci due volte.
Lo stereo partì sulle note degli articolo31 - a pugni con il mondo.
Gli ricordava troppo quella canzone, sembrava la sua vita… Era un po’ di tempo che le cose gli andavano male.
La tipa lo aveva mollato senza spiegargli il motivo dopo che la sua storia è durata per ben due anni e il lavoro era diventato sempre più difficile da seguire in quanto il capomastro che lo aveva assunto, quasi sicuramente per pietà, era andato in pensione e quando ne arrivò un altro molto più esigente, gli si aggiunsero i tagli alle spese del personale, dunque doveva sacrificarsi se voleva continuare a mantenere lui e suo padre, che viveva grazie ad pensione minima.
Erano rimasti solo due nella loro casa da quando sua madre morì cercando di salvare il suo “piccolo” durante la rapina che avvenne nella sua casa nove anni addietro, gettandosi contro i ladri che stavano aprendo la porta della cameretta di Leo quando incontrò il coltello di uno di loro.
Si perse in quei attimi.
Rivide per un secondo tra le sue mani il viso di sua madre e la sua ferita, e per un attimo stava quasi per tornare a piangere.
Quei occhi… Quel sangue…
“we Leo!”
Si voltò verso la voce che lo chiamava, erano Ciccio e Franco dal bar dove perdevano il loro tempo ogni giorno.
In realtà i due si chiamavano entrambi Francesco ma visto che stavano sempre vicini fin da bambini, si è cercato un espediente per distinguerli.
Era solo una questione di nome in quanto i due erano completamente diversi.
Ciccio aveva i capelli neri e gli occhi azzurri, molto spesso accompagnate da lenti spesse e gel, era abbastanza basso ma molto muscoloso, un classico “tipo da spiaggia”, mentre franco aveva i rasta e gli occhi marroni, spesso e volentieri rossi a causa del fumo che gli andava negli occhi, era uno di quelli che si definiscono “bacchettone”, alto e magro…
Leo tirò il freno a mano mettendo a dura prova gli pneumatici di quel rudere chiamato panda e si ritrovò parcheggiato alla perfezione davanti al bar, che si trovava dall’altra parte della strada.
Abbassò il finestrino con molta calma, mise lo stereo in “att on” e tirò fuori la sigaretta.
“che ti fumi?”
“non ti preoccupare franco… è una sigaretta” disse Leo sogghignando
“allora oggi ci si vede qui…” confermò Ciccio
“bene, porti il fumo che la dividiamo?”
“ok… fatti trovare qui alle 4… poi ne parliamo”
“va bene… adesso devo scappare, non sono come certi io” si aprì un sorriso sulla bocca di Leo
“vai vai”
Schiacciò sull’acceleratore e partì per fare manovra…
Normalmente non si sarebbe mai fidato di un appuntamento da uno sconosciuto, ma loro tre si conoscevano da una vita.
Fin dalle elementari, fin dove la memoria di Leo poteva spingersi, erano stati sempre uniti.
Ciccio e Franco soprattutto, erano come due fratelli, si spalleggiavano continuamente e si dividevano tutto, donne, motorini, erba…
Era quasi invidioso della loro amicizia, ma sapeva che comunque andasse non l’avrebbero tradito mai.
Parcheggiò l’auto e scese.
Era arrivato a lavoro, un'altra giornata cominciava…
EDIT: l'ho rivisto un pò
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ecco il primo capitolo...
com'è?
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