Continuò a fissare il cellulare che diceva:
-”Anche tu” . Continuò a guardarlo per qualche secondo imbambolato ... Si rese conto di essere rimasto davanti la porta del treno troppo tempo quando sentì la voce impertinente di Giulietta:
-”Scusa, stai ingombrando il passaggio ti vuoi togliere!”.
-”Si scusa”. Rispose Gianluca mentre nel mettersi il cellulare in tasca lo lasciava scorrere sulla giacca.
Giulietta lo urtò con la valigia per passare e costringendolo a spostarsi così che Gianluca perse per un attimo di vista il cellulare. Poi scese Paola, che evitò di calpestarglielo guardando l'uomo con i suoi occhi grandi e chiari. Gianluca si piegò a raccogliere il cellulare. Vide che il display si era spento, ciò lo infastidiva ... pigiò un bottoncino ed il messaggio riapparve ... Ora era contento.
-”Paoletta cara, tutti gli imbranati piacciono a te ... Ho visto come guardavi quell'imbalsamato!”. Disse Giulietta. Paola non replicò.
-”Poi quel Davide, sono mesi che non lo vedi. Non si fa sentire. E poi l'ultima volta mi sembra di averlo visto con una darkettona ad una festa ...”. Continuò Giulietta.
-”Sei cattiva Giulietta, nessuno dei nostri amici conferma la tua storia. E comunque ti posso dire che Guido esce anche con Claudia e Patrizia... e tu lo sai!!!”. Replicò Paola. La voce dolce di Paola non sapeva essere acida come quella tesa di Giulietta, ma questa volta riuscì ad essere chiaramente cattiva. Giulietta guardò la sua amica colpita dalla robustezza insolita della sua voce poi disse:
-”Senti Paola, smettila! A me non frega niente di quelle due, tanto se chiamo Guido le pianta ... Ci divertiamo un mondo io e Guido ... Te con Davide versi solo lacrime. Sono mesi che non lo senti e guardi ancora quella stupida foto di te e lui vicino la sua auto sportiva...”.
-”Parliamo d'altro!”. Continuò ... “Ho visto che quel tipo del treno. Ti guardava. Sicuramente gli piacevi più tu che IO all'antipatico ... Chiedigli se ci può accompagnare al Palasport!!!”.
-”Ma che dici Giulietta ... Lascia perdere ... Sei la solita sbullonata“. Replicò Paola. Giulietta si stacco da Paola e tornò indietro verso Gianluca. Lo interpellò dicendo:
-”Scusa non volevo spingerti, la mia amica mi ha detto che sono stata molto maleducata, volevo chiederti scusa!”. Gianluca la guardò un attimo, lui stava pensando a Lady Jade ed alla corte principesca dove avrebbe voluto portarla, la voce impertinente di quella brunetta lo seccava abbastanza. Pensò che lei sicuramente avesse in mente qualche altra cosa. Paola si era fermata ad aspettarla, aveva le guance rosse e gli occhioni chiarissimi puntati interrogativamente sulla situazione. Anche Paola pensava che Giulietta stesse per combinarne una delle “sue”. Gianluca le rispose:
-”Grazie! Scuse accettate! Ciao!”.
-”Ciao, significa che non troveresti un modo di dare un passaggio a due carucce come noi? Dobbiamo andare al concerto al Palasport, andremo lì con i sacchi a pelo, ma non abbiamo nessuno che ci accompagna e nemmeno tanti soldi ...”.
Gianluca rimase stranito dal combinarsi strano di situazioni. Lui il giorno dopo sarebbe stato il tecnico mixer del concerto goth e rock di gruppi emergenti che si teneva al Palasport. Guardò Giulietta e disse:
-”Senti, IO non voglio guai. Devo andare in un albergo lì vicino, quindi prenderò un taxi. Se volete potete venire con me.”. Giulietta sorrise come se avesse vinto un premio e corse da Paola. Gianluca rimase indietro, guardò di nuovo il messaggio. Leggendolo sentiva il profumo di Lady Jade. Il sole era ormai ridotto a strisce viola stampate in basso al cielo azzuro della prima sera. Vide le due ragazze chiacchierare. Sembrava che Paola fosse piuttosto contrariata. Aveva le guance rosse ed ognittanto guardava indietro tra le frasi e le risatine di Giulietta. Gianluca riuscì, finalmente, a rimettere il cellulare in tasca. Era felice che Lady Jade gli avesse risposto. Adesso doveva trovare lui la mossa successiva. Raggiunse le ragazze e disse:
-”Anzi che trascinare valigia e zaini pesanti consiglierei l'uso di quel carrello. Il taxi ci aspetta lì fuori! Io mi chiamo Gianluca, qualcuno mi chiama Sir Luke!!!”. Le due ragazze si presentarono. Poi Paola disse:
-”Scusi, io non so se sia il caso di darle tutto questo disturbo! Giulietta è sempre la solita! Ci scusi tanto ... Magari il taxi lo prendiamo da sole.”
Gianluca ribattè:
-”Siete fortunate. Io sono uno dei tecnici del concerto e andrò a dormire lì vicino. E siete ancora più fortunate perchè riuscirò a fare tre cose per voi .. Voglio essere buono.”. Si fermò un attimo a guardare che direzione prendere. Prese un carrello e ci poggiò la pesante valigia. Poi continuò:
-”La prima la sapete già, vi offro il taxi. La seconda è che ho una stanza in più in albergo quindi ve la cedo volentieri, la terza è che posso farvi entrare vicino a noi tecnici e quindi non dovrete fare la fila, ma dovrete entrare con me alle 17 ed il concerto comincia alle 20.”. La faccia di Giulietta divenne immediatamente giuliva, felice, le si aprì sul viso un sorriso gigantesco. Paola era inetressata, ma arrossendo disse:
-”No, no! E' troppo disturbo, io preferisco che ce la caviamo da sole”.
-”Uffà”. Sbottò Giulia:-”Io vado con lui. Tu fa come ti pare...!”
Gianluca guardò l'orologio. Avrebbe preferito rimanere solo per poter chiamare Lady Jade. Era quella la cosa che voleva di più. Non mandare freddi SMS. No! Voleva sentire il calore della voce ferma di Lady Jade. Vedere quella magnifica immagine che gli si era presentata all'inizio del viaggio. Sentiva nella mente la voce di Lady Jade, percepiva anche sofferenza in quella voce. La situazione attorno riconquistò la sua attenzione nell'istante in cui Paola girò le spalle stizzita ed accennò ad andarsene con Giulietta che ribadiva:
-”Sei sempre la solita ... hai paura di tutto!”. Gianluca guardò Giulietta con malcelato biasimo. Poi disse.
-”Non è nessun disturbo, non andar via così. Andiamo a prendere il taxi e poi magari in albergo mangiamo un panino”.
Nel taxi le due ragazze si erano sedute dietro e si erano riappacificate e convinte che avessero avuto una grande fortuna ad incontrare Gianluca. Paola ora telefonava ai genitori. Poi Giulietta telefonò al suo Guido che l'avrebbe raggiunta in mattinata. Gianluca continuava a pensare che appena possibile avrebbe dovuto contattare Giada e guardava la tonda luna ... gli sembrava che lo guardasse con i magnifici occhi verdi di Lady Jade. “Vedo la Luna che mi guarda e penso a te Lady Jade!” scrisse sul cellulare e lo inviò. Il taxi era arrivato all'albergo.
Giada era sotto la doccia, l'acqua tiepida sopiva quella parte di dolore dell'anima che era diventato dolore fisico. Sentiva i capelli lunghi e bagnati carezzarle le spalle e trovava la cosa piacevolmente eccitante. Rimase a lungo sotto quello spruzzo a guardare le gocce che le rotolavano sulla pelle carezzandola. Uscì dalla doccia, infilò l'accappatoio dell'albergo, come al solito puzzava un po' di aceto. Guardando il comodino vicino al letto vide il cellulare lo prese, sperava suonasse. Lo aprì e trovò il messaggio di Gianluca. Le piacque. Era un po' eccessivo. Del resto si erano solo scambiati poche parole... Pensò:
-”Avrei preferito sentire la sua voce impacciata, ma in fondo quella di una persona riflessiva.”. Sì Gianluca non era un imbranato, poteva sembrarlo. Come al solito era la presenza di Lady Jade che rendeva gli uomini un po' impacciati. Giada pianse. Anche con Davide era cominciato tutto così. Lui era impacciato e travolto dalla sensualità di Lady Jade. Davide era un uomo buono travolto dalla passione, Giada sapeva che lui aveva un'altra ragazza, ma sapeva anche che adesso aveva amato lei, anche se lui non aveva mai avuto il coraggio di dire alla dolce Paola – così la nominava Davide – che ormai era innamorato di Lady Jade. Pensava a come dovesse sentirsi Paola sapendo che Davide non era più lì e che l'aveva tradita con l'oscura Lady Jade. Lei, Paola, che era bionda e dolce creatura sostituita dalla fatale Lady Jade... Mentre si stava vestendo per uscire le arrivò un altro SMS. Diceva:
-”Domani al concerto goth rock degli emergenti vorrei tu fossi con me ... Ho un biglietto per te ci vediamo ... Fammi sapere.”.