Sono d'accordo con chi ha scritto "si lavora per vivere, non si vive per lavorare".
Riflettete: se il lavoro diventa la nostra unica ragione di vita, quando poi usciamo dalla vita lavorativa ci assale una depressione insuperabile, pensate ad esempio ad una persona che occupa una posizione di potere, magari riverita e rispettata a cui tutti fanno riferimento, si abitua all'idea di essere utile e indispensabile, poi ...... la pensione, si ritrova di colpo a non essere più considerato, si sente inutile, solo, magari non ha nemmeno una famiglia, se non si è costruito degli interessi alternativi perde la voglia di vivere.
Altra fonte di riflessione: lo so che è scontato ma molto spesso nessuno ci pensa " nulla dura per sempre" ed è vero soprattutto in questo periodo di crisi, quante persone perdono il lavoro, quanti si ritrovano su una strada e non sanno come far tirare avanti la famiglia, allora l'importante è non perdersi d'animo e adattarsi, qualsiasi lavoro va bene, sarebbe meraviglioso se ognuno di noi potesse realizzare i suoi sogni e dedicarsi a quello per cui è più portato, però si può cercare di prendere il meglio dalla situazione in cui si vive, conosco un laureato in ingegneria che si è adattato a fare il muratore...