La concezione dell'arte per Van Gogh esula completamente dal contesto storico a cui appartiene. Non ho alcuna esitazione nel dire che Van Gogh è tra le più grandi figure del fine 800 e oltre. Lo è non solo per la bellezza delle sue opere, ma, lo è anche per la figura umana che ne emerge. L'instabilità del suo io e la grandissima capacità di immergersi, andando oltre se stesso, nella natura, e nelle cose che rappresenta, e la sofferenza che non lo abbandona mai, emergono in ogni sua opera. La ricerca, mai lasciata, di immergersi nella natura, è una forza che lo spinge verso la perdita della realtà oggettiva, per una "realtà"dove l'unione con la natura è la forza stessa, e la creazione il mezzo per raggiungerla. La pittura di Van Gogh è lo sforzo di rendere la sensazione che egli prova. La sensazione dipende dal nostro stato emotivo e fisico del momento, quindi non rappresenta più esclusivamente il carattere del modello, ma, esprime anche il carattere dell'artista...forme e colori rappresentano il suo stato d'animo .... sono simboli. Tante cose si possono dire di questo artista che amo tantissimo, ma la cosa che mi colpisce ogni volta che vedo "qualcosa di suo", anche un disegno, è la sofferenza che ne viene fuori, la liricità delle sue opere.
"…Ciò che voglio esprimere: che tutti gli oggetti sono rotondi, che la forma non ha per così dire né inizio né fine, che essa costituisce un insieme vivente e armonioso
…ciò che cerco di imparare non è disegnare una mano, ma un gesto, non una testa matematicamente esatta, ma l'espressione profonda.
Per esempio, il vangatore che fiuta il vento quando leva per un istante la testa, o che parla. Insomma, la vita".