Spesso sentiamo fare discorsi sulla scelta di rimanere soli, a volte sono solo momentanei dovuti ad un attimo di sfiducia, altre sono vere e proprie asserzioni sulla scelta di rimanere soli.
Dopo un lungo vagare, navigando in tutte le acque della nostra vita, a volte governando, a volte in balia dei venti, approdando e salpando, si arriva ad un punto , per cui, per una serie di motivi, ci si trova soli.
Ricominciare il viaggio potrebbe essere lungo, estenuante e faticoso, nonché rischioso. Succede, allora, che si perde la necessaria curiosità, perché si è visto o vissuto già tutto, o almeno si crede di averlo fatto. Ripercorrere strade già battute sembrerebbe un ripetersi di situazioni, di personaggi, di immagini, come una specie di dejà vu, per cui, nella nostra mente, anticipiamo persino le battute, i gesti, i comportamenti.
Questo continuo ripetersi, stanca, blocca e crea uno stato di stasi. Nulla ci sembra abbastanza interessante e stimolante, per cui le cose nuove non ci creano lo stato necessario per partire, nulla ci sembra valido per far si che scatti in noi l’imput emotivo, emozionale, necessario. E’ una sensazione quasi di impotenza rispetto a qualcosa che sappiamo essere di vitale importanza nella vita di ogni uomo, ma che non possiamo far altro che prenderne atto. Sperare, si, anche quello, ma , appunto , è solo una speranza piuttosto che un entusiasmante“progetto”.
Cosa ne pensate≥±∆?xxxxx