Brezza, è presenza che abita il luogo ove non ha mai abitato né l’entità, né l’Esserci, né la mondità, né la metafisica, ma solo la risonanza dell’Essere in/visibile che ci viene in-contro. L'in/visibile Gegenstand si getta ed abita l’Essere quale in/visibile ontologia: si incontra l’Essere ove l’Essere si dispone nella contemplazione, nell’ascolto,nella visione,nella sensibilità e nel pensiero in/visibile dell’Essere di fronte, dinnanzi, davanti che ci viene incontro, nel Gegenstand o fondale in/visibile delle radure, dei vuoti ontologici, ove l’essere si eventua per essere contemplato e per abitare l’essere di fronte, oltre che abitare solo il mondo. Quando un luogo, una radura, un vuoto sono abitate dall’Essere in/visibile che si getta e che viene in-contro all’Essere, si eventua la presenza in/visibile qui ed aldilà del mondo, o lo spazio vuoto, la radura ove è custodito, curato, evocato e contemplato il Gegenstand-in/visibile dell’Essere che viene incontro per abitare il mondo, o l’ikona dell’Essere, l’essenza dell’Essere, l’Essere in/visibile-Essere ontologico. Si eventua così nello spazio e nel tempo del mondo la differenza ontologica: si presenta la topologia dell’Essere-in/visibile di là e di qua in ontopologia fluttuante dell’Esserci, del mondo ontologico in/visibile. Il mondo dell’Essere-in/visibile si getta invisibile, indicibile, inaudito, all’assenza presente. La Topologia dell’essere in/visibile topologia animata dell’Essere che trascende l’Esserci, è l’Essere in/visibile ontologico: è invisibile, indicibile, inaudito, estatico;è anzi l’unico che dà senso, stabilità, l’impianto, la Gestell in/visibile dell’Esserci, dell’Esser qui, dell’Esser là, dell’Esser aldilà. La topologia in/visibile è la Gestell del mondo e dell’Essere animato, quale Esserci che ci viene in-contro nella sua morfogenesi di Essere animato in/visibile. Giacchè solo quell’Essere è L'in/visibile che ci potrà salvare, o curare, o consolare, nel vuoto ontologico, nella radura dal nihilismo in/visibile, nella singolarità del nulla, quale Gestell in/visibile: Essere che ci incontra e avviene, si getta nell’Essere in/visibile dell’Esserci Topologia in/visibile chiasma dell’Essere. L’Esserci in/visibile che ci viene in-contro, quale Gegenstand in/visibile o fondale è la donazione di misura, la misurata topologica che abita visibile l’invisibile, l’indicibile,l’inaudito, l’indecidibile svelato infinitamente o L'in/visibile singolarità dell’Essere vivenza nell’Esserci, sia quale vivenza della mondanità, infinita, indicibile,inaudita. L’Essere in/visibile che vi viene in-contro o che si in-contra è l’essere animato che dalla latenza kriptata, custodita, curata, della radura della Topologia dell’Essere, si eventua visibile quale misura del tempo e dello spazio o visibilità all’infinito, un’armonia in/visibile dell’entità pensante. L'esseri animati è la sensazione in/visibile della visione della dynamis del flusso in/visibile, o flusso e flussi nel nulla. L'in/visibile flusso dei flussi. Flusso immateriale e in/visibile al di sopra della Krisis. Husserl ideò la spazialità in/visibile della spazialità, così si dispiega lo spazio in/visibile o spazio intuitivo e spazio geometrico a-euclideo. Merleau-Ponty separò lo spazio pre-categoriale o grund-in/visibile o Zentralkörper della spazialità naturale distinguendola dalle geometrie a-euclidee o varietà categoriche. La varietà in/visibile categoriale pura della spazialità si annuncia nella fenomenica della visione dello spazio, indeterminato ed in/visibile spazio in cui abita il mondo-della-vita: la sua purezza ideale in/visibile infinita spaziale. Merleau-Ponty ideò la transcendenza dei fenomeni ideali o l'invisibile. L'apeiron c'è sempre senza fine, infinitesimo o abissale senza fondale ove c'è l'eventuanza o si dà diafanè la transvedenza, quale klinamen o ab-scissa dell'archè o l'eventurarsi della singolarità della splendenza. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica quale enucleanza o coniuganza kategorica, quale eventuanza dell' essere abissale disubissato o che si eventui nell'evidenziarsi svelatezza senza fine, quale risplendenza o transplendenza o splendenza o splendezza: qui la purezza in/visibile è katarsi o depurarsi o abnegarsi, è la fenomenica tensione o l'in/visibile intermittenza tanto da evidenziarsi in diafanè o fenomeno-noumeno, ovvero il fenomenico-in/visibile-noumenico. La monade può essere visibile purezza d' essere: lì c'è l'evento, è la completezza o completa armonia afenomenica dell'immaginarsi che si dà e trascenda se stessa, o è l' EREIGNIS delL'in/visibile dell' Essere evento in/visibile dell'Ereignis. Ereignis è il pensiero che si pensi pensiero dell'essere, o originale evento dell' essere in/visibile. Il pensiero in/visibile è l' originale pensiero dell'essere perchè è il pensiero dell'evento in/visibile dell'essere abissale o eventuanza dall'Abgrund, o l'eventuarsi dalla verità abissale ecstatico dell' essere. La verità dell'essere in/visibile è l' Ereignis abissale, quale Ereignis abissale della verità dell' Essere-in/visibile o dell' Essere o Lichtung-in/visibile, o Essere in cui risplende L'in/visibile. L'Essere in/visibile è dispieganza nello spazio-tempo dell'evento. La verità dell'essere evento è l' Ereignis, ed è l' Essere che dispieghi la verità dell' Essere come evenienza o dispieganza dell' essere in/visibile. L'infinito quantico, infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita in/visibilità dell'evento. L'infinitamente grande e infinitamente piccolo sono l'evento dell'in/visibile infinità Quantica di per sé connessa o quantica infinita dispieganza. Quell'essere quantica infinita è in se stessa eventuanza in excstasi, o è estasi quantica, l'al di là transinfinita in/visibilità: è il suo essere-per-sé o il suo eventuarsi transinfinita non più al di fuori di essa, ma in sé quale essersi o dispiegarsi o eventuanza in excstasi: il suo essere al di là e al di sopra, o sempre nell'oltre dispieganza dell'eventuarsi essere quantica infinita di se stessa. Così il suo essere al di là di se stessa o al di sopra o nell'oltre è oltre-ideale, o essere-per-sé L'in/visibile transinfinita. L'in/visibile mostrarsi asimmetrico dell'evento oltre i phaenomena. L' imago in/visibile è transcendenza ontologica quale nous o noumenica imago abissale transvisione dell'esserci, quale transinfinito abissale sempre di fronte, gegenstand-imago-in/visibile, e sempre aldilà, oltre transcendenza exstatica. Nel corso della temporalità l'imago-in/visibile, o la sua iconomorfia quale modello dinamico dell'essersi sempre di fronte con l'imago transinfinita, con la transtabilità delle imago decostruite dalla instabilità della spazialità transinfinita in exkstasis. L' imago in/visibile è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento dell'imago dell'essere sublime, quale transinfinita matematica. E' l'exstatica imago-in/visibile transvisiva della spazialità, o Transvisione della transcendenza dell'essersi. L'essere senza fine, senza confine e senza telos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi che si dà nel mondo, c’è nell'essersi excstatica in/visibilità transinfinita: è l' evento della verità dell'essersi imago in/visibile. Il suo luogo transcendentale è l'imago ontopologica dell'essere spazialità transinfinita sempre oltre o al di là delle ontologie regionali, della fenomenica o epistemica, perchè il Gegenstand-in/visibile si svela sempre quale transpazialità della verità, è l' Abgrund dell' imago in/visibile transcendentale, quale verità della transcendenza in/visibile, la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è il mostrarsi della Verità excstatica dell'in/visibile imago o singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno. L'in/visibile disvelò l’intenzionalità topologico-transcendentale che si dà nell'imago fondersi abissale che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi transpaziale e transtemporale della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi imago dell' essersi evento in/visibile. L'in/visibile-Gegenstand sta di-fronte quale imago-Gegen-stand dell'essersi, sempre al di là del categorico o della vivenza o della mondità o mondanità o ideale o della Fenomenica noumenica. Nell’evidenza si dà La fenomenicità del fenomeno, ma eccede quella transevidenza per essere la transvedenza excstatica dell'essersi eccedenza, o l’eccedenza excstatica in/visibile dell'imago. La spazialità in/visibile è la struttura ontologica dell'eventuarsi fenomenica noumenica, è il senso che si dà in/visibile intenzionalità dell’essere-nel-mondo: non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago in/visibile dell'Ereignis dell'essersi, è l’eccedenza excelsa quale imago per eccellenza dell'essersi in/visibile. L’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-visibile o l'esserci-del-visibile o l'essersi-visibile, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità, nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica. L'in/visibile singolarità, o singolarità in perenne transcendenza, La singolarità è l'imago dell'essersi o singolarità nell’essere transinfinita excstatica. La dimensione dell'in/visibile è il luogo dell' evento dell' apparenza o del mostrarsi dell' essere quale non-ente, niente, nulla, o evento dell'essere in eccedenza sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante fenomenica ideale o noumenica. L'in/visibile è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi, o lì c’è il mostrarsi o il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere. Il “luogo” del consenso, evento del senso dell'Essere in/visibile o La transEVIDENZA o transvedenza excstatika è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento, o incompletezza ideale dell’evento quale Gegenstand-in/visibile o singolarità monade dell’evento: è la vaga erranza nel mondo, è la singolarità dell'evento, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi. L'in/visibilità dell’evento senza fine, senza telos, senza logos, è la cronotopia della mondità o della mondanità. L’evento in/visibile è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno, è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis Singolarità. L'in/visibilità si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza, è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento o singolarità dell'essersi: La singolarità in/visibile si dà quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo. È fondamento in/visibile della singolarità a-temporale non ‘rappresenta’ nulla, è “solo” se stessa, pura apparenza o evento della singolarità. È la singolarità che eventua se stessa, fonda L'in/visibilità dell'evento dell'essere. Qui è la singolarità a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi ideale. L’eidos dell'imago della singolarità iconica si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento di- fronte, o Gegen-stand-in/visibile infondatezza. Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante in/visibile: È l’essersi che c'è o si eventua dal nulla, è ideale apparire nell’essere la più apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza. Proust dis-velò La verità aldilà dell'adeguatezza ideale. La verità non è più la Platonica visione ideale, o la fenomenica o noumenica purezza ma la singolarità dell'evento: l’essere è l'evento della singolarità o alterezza in/visibile. E' IL PENSIERO DELl'icona-in/visibile non più ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza o discordanza nella concordanza, quale transcordanza in/visibile singolarità che si dà senza perchè, quale Gegenstand dell'evento visione Proustiana, ò evidenza dolorosa, quale verità inedita che dischiude l'evento dell'esserci: il mondo non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogni qual volta sorge un nuovo evento ci appare nella sua differenza ontologica. È la differenza che crea l’evidenza della verità capace di vedere e sentire più profondamente le differenze: è il segnale che il pensiero si elevi, che abbia scoperto e stabilito i nessi tra eventi e fenomeni e noumeni. Una imago o una icona evento del pensiero poetante: tra il transvisibile pensare c'è l'evento dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci.L’immagine dell'imago è una simulazione del mondo sensibile o idea Platonica, è Essa stessa l'idea quale excstatica, o meglio il pensiero oltre la categorialità fenomenica o noumenica. Nel colore c’è il pensiero. La pittura per Proust, non solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere in/visibile infinito vortice vivente, l' invisibile, l'indicibile. Il pensiero abita il colore o abita il suono, i colori pensano, i profumi raccontano, il colore pensa da sé. L’esserci in/visibile non è altro che il suo essere evento, si dà come evento in/ visibile. È la singolarità che crea se stessa ed è la verità della singolarità estatica dell’evento, o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi della Transcendenza in/visibile. Platone svelò la visibilità o luminosità o splendezza. Platone Ideò la verità nell’apparenza. L’adaequatio è un’intuizione eidetica della presenza fenomenica o noumenica. L'in/visibile è invece sempre eccedente, è l'ecxstasi nel suo esserci, è nel nulla, nulla stesso che si configura e si costella, è il Gegen-stand della spazialità: un di-fronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza, è l’eccedenza excstatica dell'evento. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica, è l’evento della singolarità,o la Differenza ontologica del pensiero che si dà quale evento, è l’aldilà ontologico dell’eventuanza dell'essersi! CHE COS’È L’ESSERE in/visibile? L’esser-in/visibile è il puro essere, l’essere è in/visibile non-essere, indicibile essere, essere non-essere. PLATONE dispiegò l' armonia in/visibile o ESSERE In/visibile. Essere infinito Essere? Meinong ideò l'intenzionalità in/visibile o l'intenzionalità del non-esserci. Edmund Husserl in FILOSOFIA DELL’ARITMETICA fondò la fenomenologia dell'infinito-in/visibile. Già Karl Weierstrass o Georg Cantor idearono una Filosofia dell’aritmetica infinita in/visibile o intenzionalità infinita o transfinita. Non ancora l'ontologia dell'intenzionalità in/visibile ma l'ontologico cognitivo dell'essere c'è. Franz Brentano è l'archegete dell' intenzionalità, o degli atti mentali dell'infinito in atto. Ogni fenomeno psichico è ciò che gli scolastici medioevali chiamarono l'in/esistenza intenzionale mentale, è la Gegenständlichkeit. Ogni fenomeno psichico contiene in sé la presenza, è presenza infinita in/visibile, nel desiderio desiderato. L'in/visibilità intenzionale per la mente intenzionale o in-esistenza intenzionale, c’è, esiste è in/visibile intenzionare l' inesistente. In/visibile- è la catastrofe