o scampanio fu improvviso e forte nella sera silenziosa.
Era caduta la neve e aveva reso le strade irriconoscibili nel bianco. Qualche rara automobile si avventurava col suo fascio confortante di luci e un rumore soffice di ruote.
Le case, ai margini delle strade, erano illuminate, colorate, con scintillio di luci natalizie, acciottolio di stoviglie e voci alte se si passava vicino alle finestre.
Nessuno per strada: certo, non la notte di Natale, nessuno andava in giro ormai.
Stelle fredde in cielo, niente luna, qualche ricamo di ghiaccioli tra i rami degli alberi, sulle cime più alte esposte al Nord.
Alvin era confuso, stringeva la bottiglia nelle mani infreddolite e ogni tanto ne beveva un sorso, ma ormai senza avidità, così, tanto per abitudine. Ondeggiava nella neve e non si orientava più, non sapeva dove fosse, nè dove fosse il suo ponte con i cartoni-riparo, nè l'ospizio di Buona Speranza, nè altro...
Un passo dopo l'altro affondando nella neve...oblio nero che calava sempre più allargandosi in lui...cadde riverso, la bottiglia urtò lo spigolo di un sasso e si frantumò in mille piccoli brillanti preziosi...
La neve riprese a cadere e presto cominciò a imbiancare i capelli di Alvin, le sue mani, le caviglie che sporgevano dai calzoni rotti...
Una figura alta e silenziosa comparve sulla strada, e andò accanto a lui. Doveva nevicare davvero tanto, perchè le impronte del personaggio non facevano in tempo a solcare la neve che venivano ricoperte da altri fiocchi, ecco, non ce n'erano dietro a lui. E poi era vestito in modo insolito, strano vedere un uomo così alto vestito con tunica e mantello di colore indefinibile in pieno anno duemila e nove...
La figura si guardò intorno, tese un braccio lungo e scarno verso il vecchio campanile e, quasi un lampo di luce fosse partito dalle sue dita...che strani scherzi agli occhi fa il tremolio dei lampioni...e improvviso eccolo, lo scampanio: forte, perentorio, senza interruzioni, sconvolgente...
Nessuno capì mai come successe...le campane risultarono ancora legate il mattino dopo, eppure avevano suonato a distesa, del personaggio nessuna traccia, aveva solo sorriso alla famiglia Grant che per prima si era precipitata fuori a quei rintocchi improvvisi, indicando il povero Alvin semisepolto nella neve, poi sembrava essersi dileguato...
Il paese soccorse Alvin, lo curò, all'Ospizio fu donato un portone nuovo e maggiori fondi, e cominciarono a pensare seriamente di restaurare il vecchio campanile che aveva salvato una vita umana, il campanile di Alvin lo chiamarono...
Nelle notti di luna, una figura alta e solitaria passeggia sulla guglia del campanile di Alvin, veste una tunica e un mantello, ed emana una luminescenza leggera e confortante, che sa di bontà e amore....ma forse queste sono solo suggestioni...